Senza confini Senza confini Anita Franzon

2025: le tendenze (an)alcoliche dell’anno appena cominciato

2025: le tendenze (an)alcoliche dell’anno appena cominciato

Gennaio è tempo di buoni propositi e scommesse sul futuro: è così che inizia il 2025 anche nel settore del vino e delle bevande alcoliche, per il quale – e su questo tutti sono d’accordo – si prospettano sfide e sconvolgimenti. Ma c’è chi nelle difficoltà vede nuove opportunità. Un’analisi dei trend secondo la stampa internazionale.

Per approfondimenti: The drinks business, Meininger’s International, SevenFiftyDaily, Falstaff, Robb Report e Wine Spectator

Le preoccupazioni legate al calo dei consumi tra i più giovani e alla salute, gli effetti sempre più evidenti della crisi climatica, l’imminente insediamento di Trump alla presidenza degli Stati Uniti e una situazione globale socio-economica instabile stanno influenzando il settore enologico e delle bevande alcoliche creando nuove necessità e tendenze. Ecco quali, secondo le principali riviste estere.

I temi chiave da considerare

Benessere, innovazione e sostenibilità. Sono queste le tre parole chiave del 2025 secondo The drinks business, che cita un rapporto di Af&Co + Carbonate, agenzia creativa statunitense specializzata nel settore dell’ospitalità. Anche Robert Joseph di Meininger’s International guarda nella sfera di cristallo e punta sul benessere come parola del nuovo anno: “Che ci piaccia o meno, i messaggi anti-alcol continueranno e si amplificheranno (…) perché le nuove generazioni vogliono occuparsi del loro benessere fisico e mentale“. Inoltre, Joseph riporta studi secondo i quali il crescente uso di farmaci per il trattamento dell’obesità tramite meccanismi che inducono un senso di sazietà starebbe influenzando fortemente la drastica diminuzione del consumo di alcolici.

Per i No-Lo continua l’ascesa

Sarà davvero l’anno dei No-Lo? Pare di sì. Dopo anni di scommesse su vini e altre bevande senza o con poco alcol (no-low alcohol, abbreviato No-Lo), sembra che il 2025 sarà l’anno della svolta per questa categoria che promette di rispondere alla necessità di moderazione e a un consumo consapevole. Insieme a maggiori quantità di tali prodotti arriverà anche una migliore qualità, una gamma più ampia di stili e alternative. I consumatori di bevande analcoliche saranno anche i quelli abituali di vino che, diventando più flessibili e meno influenzati dalla pressione sociale, decideranno di bilanciare meglio il loro consumo di alcol; e i professionisti del settore dovranno essere pronti ad accontentarli. Robert Joseph scommette che nei prossimi 12 mesi la crescita di bevande dealcolate a base vino sarà superiore al +10%: lo dimostra, tra gli altri, il nuovo investimento analcolico di Lvmh e di altri grandi brand del settore.

Sfide e soluzioni: uno spiraglio di ottimismo

Nell’individuare le tendenze del settore vinicolo da tenere d’occhio, il magazine SevenFiftyDaily ha intercettato uno spiraglio di ottimismo di chi nelle nuove sfide cerca soluzioni e opportunità di innovazione basate sulle necessità. Sempre più produttori di vino, per esempio, stanno concretamente cercando di combattere, o quanto meno di limitare, il loro impatto sul clima, un cambiamento che va di pari passo con l’adattamento del palato dei consumatori. Sempre più consumatori sono alla ricerca di aree vitivinicole più fresche e di varietà alternative più resistenti alla siccità e al calore.

La carica dei vini bianchi

Dopo la carica dei vini arancioni, gli orange wines, ecco il ritorno dei vini bianchi (a discapito di un certo declino dei rossi): su tutti il più apprezzato potrebbe essere lo Chenin blanc un vitigno che, a differenza di altri, resiste bene anche in un clima torrido e che. Scrive ancora The drinks business: “lo Chenin blanc unisce la freschezza del Sauvignon blanc alla complessità dello Chardonnay, è versatile e degno di invecchiamento”. Dalla valle della Loira alla California, sono diversi i produttori che stanno sostenendo e ampliando il successo di una varietà internazionale prima trascurata, seppur diffusa nelle principali aree vitivinicole del mondo, a nord e a sud dell’Equatore. Anche secondo la rivista svizzera Falstaff e la testata Robb Report l’ascesa dei vini bianchi continuerà e in particolare di quelli prodotti con varietà italiane.

L’enoturismo esperienziale

Le aziende vinicole stanno andando oltre le degustazioni tradizionali per creare esperienze enoturistiche fuori dal comune tramite visite personalizzate, immersive e memorabili. Le generazioni più giovani, in particolare la Gen Z e i Millennials, sono attratte da eventi in cui il vino fa parte di una narrazione più ampia e un approccio culturale: il resto del mondo del vino seguirà l’esempio dei nuovi professionisti in grado di coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

Cambiamento? Il mondo del vino è maturo

Secondo i principali critici enologici non c’è, dunque, alcun dubbio: “Il vino deve cambiare”, scrive su Wine Spectator Roberto Camuto. Per il giornalista statunitense, affinché il vino (accompagnato a del buon cibo) resti al centro di un mondo meraviglioso per le generazioni future, deve essere scosso. E il settore enologico è maturo per questo cambiamento. Le direzioni da intraprendere sarebbero quelle della sostenibilità e dell’accessibilità attraverso eventi e formazione che permettano ai giovani di assaggiare un calice di vino a prezzi ragionevoli.

Foto di apertura: © Viridianaor – Pexels

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© Riproduzione riservata - 16/01/2025

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