Il nuovo investimento di Lvmh è analcolico
Il colosso del lusso francese ha recentemente aggiunto alla sua sezione di vini e liquori poco più di un ettaro di terreno nella Côte d’Or della Borgogna e, per la prima volta, ha anche deciso di investire in un brand specializzato in bollicine no alcol.
Per approfondimenti: The drinks business, La Revue du vin de France, JancisRobinson.com, La Revue du vin de France, Meininger’s International e The drinks business
Si tratta di una partnership tra Moët Hennessy e French Bloom: «È una collaborazione che fa parte delle principali iniziative strategiche di Moët Hennessy e una dimostrazione del nostro impegno nell’offrire scelte analcoliche di alta qualità. Siamo certi che la nostra competenza nel settore, unita all’eccezionale innovazione e alla leadership visionaria del team di French Bloom, ci consentirà di creare il futuro di questa categoria», ha comunicato attraverso una nota stampa il Ceo di Moët Hennessy Philippe Schaus.
I recenti investimenti di Lvmh
Non si ferma, dunque, la crescita del gruppo Lvmh, che ha nuovamente allargato le sue proprietà in Borgogna con un investimento da 15,5 milioni di euro per 1,3 ettari di vigneti della Tenuta Poisot Père & Fils ad Aloxe-Corton. Già proprietario, tra gli altri, del Domaine des Lambrays a Morey-Saint-Denis, il gruppo di Bernard Arnault continua gradualmente la sua espansione vitivinicola, ma non solo (The drinks business e La Revue du vin de France). Se, da una parte, l’appeal della Borgogna non sembra avere flessioni, dall’altra Lvmh intercetta un altro mercato sempre più forte scommettendo sulla sua costante ascesa: quello delle bevande analcoliche (JancisRobinson.com).
Il veloce successo di French Bloom
French Bloom è stata lanciata a Parigi nel 2021 da Maggie Frerejean-Taittinger, ex direttrice delle Guide Michelin, e Constance Jablonski, modella. A loro si è unito Rodolphe Frerejean-Taittinger, marito di Maggie, Ceo di Champagne Frerejean Frères e ora Ceo di French Bloom. Affermandosi rapidamente come pioniere nella categoria delle bollicine analcoliche, French Bloom ha visto la sua collezione espandersi in oltre 30 Paesi in meno di tre anni. Il successo è in gran parte attribuito alla ricerca e allo sviluppo che hanno portato alla creazione di bevande realizzate tramite un innovativo processo di dealcolazione di vini a base di Chardonnay e Pinot nero. I prodotti French Bloom hanno anche ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il premio World’s best alcohol-free Sparkling ai World’s Best Sparkling Wine Awards del 2022 e del 2023.
Un accordo strategico per una comune visione
Moët Hennessy, la M e la H del marchio di lusso numero uno al mondo, è la divisione di Lvmh che raggruppa grandi nomi come Dom Pérignon, Krug, Ruinart, Cheval Blanc e Château d’Yquem, ma che ha registrato la contrazione delle vendite più forte nella prima metà dell’anno. Il calo stimato di 2,8 miliardi di euro (-12%) è dipeso da una domanda debole di cognac in Cina e a una normalizzazione dei consumi di Champagne dopo un periodo di crescita (La revue du vin de France). L’acquisizione di una quota di minoranza (il 30%) di French Bloom fa, dunque, parte di un accordo strategico tra partner che condividono la stessa visione per il futuro della categoria analcolica. «Con competenze complementari e una passione condivisa per l’innovazione, siamo certi che accelereremo il nostro sviluppo e sposteremo i confini di questo spazio in rapida evoluzione», ha aggiunto Rodolphe Frerejean-Taittinger (Meininger’s International).
Intercettare i bevitori flessibili elevando il livello delle bollicine analcoliche
Patrick Schmitt MW, caporedattore di The drinks business sottolinea come con una produzione di 500.000 bottiglie e prezzi che vanno dai 29 ai 109 euro, French Bloom ha da subito lavorato all’obiettivo di rendere premium la categoria delle bevande dealcolate. Parlando con Schmitt, Maggie Frerejean-Taittinger ha affermato: «Pensavo che il nostro mercato di riferimento sarebbe stato costituito da donne incinte o persone che non bevono alcol per rispetto della loro religione. In realtà è composto per l’80% da bevitori flessibili, ovvero da consumatori che nel tentativo di moderare il consumo di alcolici, sono aperti anche al mondo degli analcolici».
Foto di apertura: © B. Huynh – Unsplash
Tag: JancisRobinson.com, La Revue du vin de France, LVMH, Meininger's International, spumanti analcolici, The Drinks Business© Riproduzione riservata - 10/10/2024