In Italia In Italia Anita Franzon

Dal Monte Rosa alle risaie. Weekend tra i vini dell’Alto Piemonte

Dal Monte Rosa alle risaie. Weekend tra i vini dell’Alto Piemonte

Spanna, Picoutener, Prunent, Chiavennasca: sono solo alcuni dei sinonimi di un’unica grande uva che, sebbene coltivata in poche e vocate aree del nord Italia, dà origine a vini dal forte carattere e dalla comprovata longevità. Il Nebbiolo è un vitigno difficile da gestire, ma ha potenzialità uniche, ama le colline di Langhe e Roero e l’aria più fresca dei monti.

Quattro modi per dire NebbioloNebbiolo

L’uva Chiavennasca si trova in piccole ma forti enclave valtellinesi, mentre nel nord del Piemonte a cavallo del fiume Sesia, il Nebbiolo è storicamente conosciuto come Spanna, e se ai confini con la Valle d’Aosta lo chiamano Picoutener, nella Val d’Ossola sentirete parlare di Prunent. La perfetta sintonia che il Nebbiolo riesce a instaurare con i pochi territori a cui si concede, porta a risultati distinti e caratteristici. Questo avviene per le diverse caratteristiche dei terreni e per la varietà dei microclimi che offre l’Alto Piemonte, zona vitivinicola antica, ancora da scoprire e capace di riservare molte sorprese per gli amanti del vino.

Un solo Nebbiolo, tanti vini

Nelle nord del Piemonte, fino alla prima metà del Novecento le vigne occupavano il posto dell’industria tessile, settore che oggi, però, è in forte declino. La vite, così, sta lentamente riprendendo il suo posto. I vigneti qui crescono circondati dalle Alpi, nella fascia pedemontana capitanata dal Monte Rosa. Le autoctone Vespolina, Croatina e Uva Rara, sono fedeli compagne di bottiglia del Nebbiolo. L’aria fresca e frizzante scende dalle montagne che, allo stesso tempo, proteggono i vigneti dai venti del nord. In provincia di Novara sulla sinistra orografica del fiume Sesia s’incontrano i terreni morenici e argillosi ricchi di sostanze minerali delle aree di Fara, Sizzano e Ghemme; proseguendo verso nord, quelli porfirici di Boca.

Kunzli

Christoph Künzli

Un mosaico oltre il Sesia

Attraversando il fiume si arriva a Gattinara, provincia di Vercelli, dove le rocce affiorano dal sottosuolo, nella zona del Bramaterra l’origine vulcanica dei terreni dà vita a vini dal forte carattere, mentre proseguendo in direzione Biella si possono sfiorare le sabbie marine di Lessona, che portano a galla un lontanissimo passato subacqueo. Da questa varietà nascono vini che sono un mosaico ricco e complesso di profumi e storie.

Rovellotti, viticoltori in Ghemme

Alessandro Antonelli, estroso architetto che progettò la Mole a Torino e la Cupola di San Gaudenzio a Novara, nacque a Ghemme lasciando in eredità una scintilla di follia creativa negli abitanti di questo paese, che si riscontra anche in Paolo e Antonello Rovellotti. I due fratelli viticoltori in Ghemme, vi apriranno le porte dell’originale castello-ricetto, costruzione difensiva medievale che serviva da magazzino e rifugio e che oggi costituisce un dedalo di cantine dove i Rovellotti producono i loro vini. Insieme a quello molto ben conservato di Candelo, il ricetto di Ghemme è una delle bellezze storiche e architettoniche di quest’area del nord Piemonte.

L’innominabile Erbaluce

Dietro a ciascun portone si apre un cortile, oppure una cantina, una sala degustazione o un luogo adatto all’invecchiamento di vini a base Nebbiolo e Vespolina, come l’elegante Chioso dei Pomi, Ghemme Docg. Tra i bianchi, invece, fatevi raccontare la storia del Vitigno Innominabile, o Greco di Novara, meglio conosciuto come Erbaluce, anche se i vicini di Caluso hanno impedito ai novaresi l’uso del nome in etichetta.

Vigneti_LePiane

Vigneti de Le Piane

Dalla Svizzera a Boca per far rinascere di una piccola Doc

Sono poco più di una decina gli ettari vitati che, più a nord rispetto a Ghemme, rimangono della denominazione Boca. Terreni magri e porfirici donano ai vini di Boca poco colore e lasciano una definita traccia minerale, gustosa sapidità e marcata acidità. Delle caratteristiche di questa zona si è innamorato negli anni Novanta Christoph Künzli, enologo che acquistò da Antonio Cerri, uno degli ultimi produttori di quegli anni, il nucleo centrale dell’attuale azienda che oggi è uno dei punti di riferimento dei vini dell’alto Piemonte: Le Piane. In tutto vengono prodotte quattro etichette: Maggiorina, Mimmo, Piane-Vecchie Vigne e Boca. Quest’ultimo, per disciplinare, contiene più tipologie di uve: 85% di Nebbiolo e il fondamentale apporto del 15% di Vespolina.

Un sorso di Gattinara

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Vigneti dell’azienda Nervi

In provincia di Vercelli, nella Docg Gattinara, i terreni hanno un’origine morenica e sono ricchi di minerali, particolare è anche il microclima mediterraneo influenzato dalle pianure e delle risaie che aumentano umidità e calore. La roccia affiora nel vigneto e il Monte Rosa sorveglia, silenzioso, i vigneti. «Un sorso di Gattinara, purché vero, s’intende. Non chiedo di più», scrisse Mario Soldati. Le difficoltà che l’autore di Vino al vino incontrò per trovare l’originale vino Gattinara, oggi sono diminuite grazie all’impegno dei produttori.

Nervi tra mineralità e austerità

Nervi è la più antica casa vitivinicola di Gattinara e nel 2011 è passata in mano a quattro famiglie norvegesi che, insieme, vogliono garantire la migliore espressione di questo terroir. Come da disciplinare, la Spanna deve essere almeno il 90%, Valferana e Molsino sono due vini a base Nebbiolo 100% da diverse vigne: la prima esalta la finezza minerale, mentre Molsino è un Gattinara più austero.

La caratteristica bottiglia di Travaglini

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La famiglia Travaglini

Inconfondibile è la bottiglia pensata da Giancarlo Travaglini nel 1958, la cui forma esalta la qualità dei vini di una delle aziende più rappresentative di Gattinara, anche perché copre circa la metà della denominazione. Dalla Spanna viene prodotto il Gattinara Docg di grande struttura e longevità e il Nebbiolo Doc Coste della Sesia, fruttato e da consumare più giovane. Una novità è Nebolé, Metodo Classico da Nebbiolo, da assaggiare durante la visita in azienda.

Aziende giovani e storiche tra la zona del Bramaterra e Lessona

La famiglia Montà è proprietaria dal 1929 dell’edificio seicentesco oggi simbolo dell’azienda agricola La Palazzina, fondata il 20 novembre 1986 da Leonardo Montà. Questa cantina è oggi una delle realtà che identificano la Doc Bramaterra, area di sette comuni a cavallo tra le province di Biella e Vercelli. Composto da uve Nebbiolo (50-80%), Croatina (massimo 30%), Uva rara e Vespolina (massimo 20%), il Bramaterra è un vino molto antico il cui nome deriva dalla “bramosia per la terra”, che si tramanda da secoli in quest’area dalle caratteristiche peculiari. Scoprire la giovane e dinamica azienda La Palazzina sarà un’ulteriore conferma di questo desiderio di dare vita alla terra da cui nascono questi vini.

 

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La Cantina di Tenute Sella

Le tracce del mare nei vini dell’Alto Piemonte

Tra le aree del Bramaterra e di Lessona si estendono i vigneti delle storiche Tenute Sella. Sulle colline moreniche biellesi un antico mare ha lasciato alcune inequivocabili tracce e, ancora oggi, il microclima mediterraneo testimoniato dalla presenza dell’ulivo, permette la produzione di vini che furono apprezzati anche dallo statista Quintino Sella che brindò al primo governo dell’Italia unita con una bottiglia di Lessona. Le Tenute Sella producono dallo storico vigneto di San Sebastiano allo Zoppo un vino che esprime tutta l’eleganza e la profondità della terra di Lessona. 

Ai confini con la Valle d’Aosta

A Carema, ultimo paese del Piemonte prima della Valle d’Aosta, il Nebbiolo, così come a d Arnad-Montjovet e a Donnas, è chiamato Picoutener e si è adattato a un clima più rigido. La vite è coltivata su ripidi terrazzamenti lungo le pendici della montagna. L’uva cresce sotto tradizionali pergole dette topie, sostenute da pilastri, o pilùn, ben visibili anche dall’autostrada che si addentra nella Valle d’Aosta. Qui sono pochissime le aziende rimaste per conservare la tradizione secolare del vino di Carema.

Carema_vignetiCarema: il carattere della montagna

La Cantina dei produttori Nebbiolo di Carema dispone di un punto vendita aperto tutti i giorni e organizza visite in cantina e degustazione per gruppi su appuntamento. Attualmente la cooperativa è costituita da 101 soci, tutti produttori part-time con età media di circa 55 anni, mentre tra i pochi privati rimasti a produrre Carema c’è Ferrando. La sede è nel canavese, territorio in provincia di Torino, dove l’Erbaluce dà il cambio al Nebbiolo, ma il Carema Doc Etichetta Nera che nasce solamente nelle grandi annate, esprime tutto il carattere delle montagne.

Una famiglia per l’Erbaluce

Sulle colline moreniche che si estendono da Caluso al lago di Viverone viene prodotto lo storico passito, ma la versatilità dell’Erbaluce è tale che molti produttori hanno diversificato l’offerta. L’azienda Favaro, è un’esponente di spicco di questo vitigno illuminato sin dal nome. La cantina è stata fondata da Benito a Piverone nel 1992 e oggi i lavori in vigna e cantina vengono seguiti da tutti i familiari. La piccola cantina è gestita da Camillo Favaro, appassionato e studioso, sempre alla ricerca della massima espressione dell’Erbaluce puro e profondo; da qui nasce per esempio Le Chiusure: vino territoriale e dal grande potenziale evolutivo.

Dove mangiare

Agriturismo La Capuccina, a Cureggio (NO), ampia carta dei vini del territorio, i piatti variano in continuazione in base ai prodotti disponibili nell’orto e nella stalla. È anche fattoria didattica.

Cooperativa Alla fonte, a Prato Sesia (NO), nasce per la valorizzazione dei prodotti enogastronomici locali, che è possibile acquistare e assaggiare in loco. Consigliato per pranzo.

Il Torchio 1753, (015.24.99.028) all’interno del ricetto di Candelo (BI), una sosta immersi in un’altra epoca, dove il contemporaneo si integra con il passato. Piatti gourmet e cantina fornita.

Dove comprare 

Enoteca Regionale di Gattinara, a Gattinara (VC), inaugurata nel 1999, si trova all’interno di Villa Paolotti e mette a disposizione una vasta scelta di etichette del nord Piemonte. Numerosi sono anche i vini in mescita e il prezzo è a Km 0.

Dove dormire

B&B Villa Il Torchio, villa immersa nel verde a Roasio (VC) nella zona del Bramaterra

Agriturismo La Capuccina, a Cureggio (NO), non lontano da Boca e Ghemme

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© Riproduzione riservata - 24/07/2016

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