In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Verticale Lamole di Lamole: la leggerezza del tempo sospeso

Verticale Lamole di Lamole: la leggerezza del tempo sospeso

Da sempre l’alta collina di Lamole è sinonimo di Chianti Classico di grande qualità, tanto che uno dei migliori cloni di Sangiovese “grosso” è indicato proprio con il nome di R10 Lamole perché è qui, nei vigneti che una volta erano tutti terrazzati alternandosi con le coltivazioni di giaggiolo, che questa varietà ha sempre dato ottimi risultati qualitativi. Oggi di terrazzamenti ne rimangono ben pochi e uno di questi, Campolungo, lo possiede la tenuta Lamole di Lamole del Gruppo Vinicolo Santa Margherita. Un fazzoletto di vigna all’interno di una superficie vitata di 57 ettari che ogni consentono la produzione di circa 230 mila bottiglie di Chianti Classico in varie tipologie.

CIMG0329I vigneti sono situati ad altitudini comprese tra i 350 ed i 600 metri s.l.m., rivolti a mezzogiorno e piantati su terreni ricchi di alberese e galestro. A fianco dell’attuale cantina di vinificazione sorge il vigneto più vecchio dell’azienda, piantato nel 1945, che costituisce un vero e proprio patrimonio ampelografico di molti cloni di Sangiovese oggi dimenticati. Oltre agli autoctoni classici chiantigiani, Sangiovese, Canaiolo, Malvasia nera e Trebbiano toscano, sono coltivati alcuni internazionali, tra cui Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot e Alicante.

A curare amorevolmente la vigna di Campolungo è Andrea Daldin, enologo trentino da una trentina d’anni a Lamole, che ne trae vini che sono il top di gamma della tenuta. È stato lui nei giorni scorsi, affiancato dal brand ambassador di Santa Margherita Alberto Ugolini, a guidare un’interessantissima verticale di Chianti Classico (titolo: Lamole, la leggerezza del tempo sospeso) a beneficio di un selezionato gruppo di giornalisti. Otto annate, dal 1987 al 2012, che hanno permesso di apprezzare le note aromatiche, di freschezza e di longevità di questi vini.

 

CIMG0322Chianti Classico 1987

Uve da vigneti del 1945 ad alberello e del
 1982 a rittochino: Sangiovese (90%), Canaiolo (5%), Trebbiano toscano e Malvasia bianca (5%). Vinificazione separata delle cultivar con fermentazione in tini tronco-conici a una temperatura tra i 28 e i 32°C (per le varietà rosse) per un periodo di circa 25 giorni. Maturazione in botti di legno di rovere e ciliegio da 25 e 63 hl per circa 14 mesi. Assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Vino che ha conservato ottimi profumi, tannini integri, note balsamiche e lungo finale. Ottima la tenuta nel tempo.

Chianti Classico Riserva 1993

Dall’uvaggio scompare la Malvasia bianca e le uve provengono solo dai vigneti a rittochino d’inizio anni ’80 dove la densità tocca i 3.300 ceppi/ha. La maturazione in botte è portata a 24 mesi circa. Vino dal colore rosso intenso con leggera unghia marrone, note di frutti rossi maturi, tannini equilibrati, leggera speziatura.

Chianti Classico 1997

La scelta cade stavolta su sole uve Sangiovese con resa di 65 q/ha. La vinificazione è effettuata per la prima volta nella nuova cantina di Lamole con metodo Ganimede. La maturazione, prima in acciaio e poi in botti di varie capacità, è limitata a poco più di 1 anno, oltre a 6 mesi di affinamento in bottiglia. All’assaggio il vino presenta caratteristiche tipiche del Chianti Classico di Lamole, con frutti maturi, ciliegia, lampone, un bel tannino integrato e un finale piacevole.

Chianti Classico Riserva 1997

La resa si abbassa a 60 q/ha, mentre la maturazione in botti di rovere e ciliegio passa a 15 mesi, oltre ai canonici 6 mesi in bottiglia. Nella “Riserva” il colore è più intenso, come pure gli aromi, con note speziate che però finiscono in una leggera astringenza.

CIMG0327Chianti Classico 2006

Campolungo torna all’antico e accanto al Sangiovese affianca Canaiolo e Malvasia nera, con uve provenienti anche dai vigneti più giovani (1997). Maturazione in botti di rovere e ciliegio per circa 15 mesi, cui segue assemblaggio e affinamento in bottiglia (6 mesi). Vino piacevole, con la frutta un po’ sovrastata dall’alcol e con astringenza finale.

Chianti Classico Riserva 2006

Resa estremamente contenuta (58 q/ha) e allungamento dei tempi di maturazione in botti di rovere e ciliegio (circa 28 mesi) e in bottiglia (9 mesi). Grande differenza tra annata e Riserva: qui è evidente un colore più intenso, note di frutta rossa matura, tannini ben bilanciati con l’alcol e un finale gradevole.

Chianti Classico Riserva 2011

Con il Sangiovese al 95% sono presenti altre uve locali. La resa è ancora più bassa (55 q/ha) e la maturazione in rovere, dopo i consueti 9 mesi in acciaio, dura circa 25 mesi. Vino che denota una grande freschezza, note di frutta rossa, ciliegia, leggermente astringente al finale.

Chianti Classico 2012

Stesso uvaggio del precedente, ma con una resa superiore (62 q/ha) e un minor periodo di maturazione in botti di rovere (circa 15 mesi). Fresco, frutti rossi, tannini ben integrati e un finale lungo.

In conclusione, una bella carrellata di Chianti Classico Lamole di Lamole, senza eccessive differenze tra un’annata e l’altra, dove è emersa la continuità delle peculiarità dei vini di quest’azienda. Dagli assaggi è possibile prevedere per quasi tutti questi vini una bella longevità.

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© Riproduzione riservata - 25/05/2016

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