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Nove elenchi per Natale (6). I vini naturali di Fabrizio Penna

11 Dicembre 2010 Civiltà del bere
Nei vini la naturalità si traduce nell’intervenire il meno possibile in cantina per non rovinare uve coltivate con metodi ecocompatibili. Sono ottenuti da aziende di piccole e medie dimensioni, ma molti di loro a un degustatore non preparato si presentano quasi difettosi. Sono infatti spesso non limpidi, perché non filtrati, a volte evidenziano profumi chiusi che hanno bisogno di lunghe ossigenazioni per scomparire, sovente mostrano colori carichi già evoluti. Ma basta affrontarli con un minimo di preparazione per trovare a volte veri e propri “sapori perduti”, anche se non sempre è tutto oro quello che luccica. Partiamo dal Piemonte dove non si può prescindere dal Barolo Docg Brunate - Le Coste di Rinaldi Giuseppe, in grado di mettere tutti d’accordo. In Lombardia non perdetevi il Raion, Igt Provincia di Pavia Rosso del Podere Il Santo di Rivanazzano, rosso elegante da Uva Rara e Barbera maturato in vasche di cemento. In Veneto segnalo due vini opposti: il primo è il Recioto di Gambellara Doc de La Biancara di Angiolino Maule, dolce nettare ottenuto da uve Garganega appassite per cinque o sei mesi, mentre il secondo è il simpaticissimo San Lorenzo, Igt Colli Trevigiani della Cantina Costa, un Prosecco reso frizzante in bottiglia e venduto sui propri lieviti. In Friuli la Vitovska di Benjamin Zidarich è un bianco di grande impatto, ottenuto sulla roccia del Carso. In Emilia Romagna non si sbaglia con il Cresta del Sole, un Gutturnio Superiore Colli Piacentini Doc dell’azienda Lusenti. In Toscana dalla Fattoria Cerreto nasce un Chianti Rufina Docg di notevole equilibrio e dalla Tenuta Santa Maria di Montalcino un Brunello di Montalcino Docg di rara eleganza. In Umbria un classico è il Montefalco Sagrantino Docg di Bea e se volete un pugliese provate il Canosa Rosso Doc della Cantina Cefalicchio, dallo straordinario rapporto qualità-prezzo. In Campania è unico l’Aglianico Drogone, Igt Campania della Cantina Giardino. E infine la Sicilia, con l’Etna Rosso della Cantina Calabretta che nasce dalla nera terra lavica. Fabrizio Penna, enologo, è il direttore responsabile del magazine on-line Enotime. Ha curato al Sana di Bologna lo stand dedicato ai vini biologici e naturali e da anni segue con passione l’argomento. Per questo ci ha consigliato, in un marasma di etichette tra le quali è difficile orientarsi, alcuni prodotti che definisce “sapori perduti”. Piccoli gioielli da cercare e donare per stupire chi è attento a quel che beve. Le bollicine di Gianni Legnani I bianchi di Adua Villa I classici di Cesare Pillon Il primo approccio di Giorgio Cotti L'annata di Roger Sesto Le novità di Alessandro Torcoli L'esclusivo di Enzo Vizzari L'incontentabile di Alessandro Scorsone
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