Stati Uniti, Germania e Svizzera. Ecco chi ama le nostre bollicine

Stati Uniti, Germania e Svizzera. Ecco chi ama le nostre bollicine

Aria di ripresa nei primi mesi del 2010 per gli spumanti italiani, esportati in circa 180 Paesi nel mondo. «L’Italia ha superato il periodo più profondo della crisi  economica internazionale rafforzando la sua competitività e sta cogliendo in modo abbastanza soddisfacente la recente crescita del mercato internazionale degli spumanti, con interessanti performance in America Latina», ha introdotto Eugenio Pomarici, docente all’Università Federico II di Napoli nell’ambito del Forum Spumanti che si è tenuto a Venezia. È emerso dall’analisi dello scenario competitivo internazionale svolta dal Cirve dell’Università di Padova a supporto del Piano strategico regionale di promozione del vino nei mercati dei Paesi Terzi della Regione Veneto con l’Università Federico II di Napoli.

«Nel periodo che va dal 2004 al 2009 l’Italia ha migliorato le sue performance su tutti i mercati principali nel settore spumantistico», ha detto Pomarici. Se, in base alla banca dati Global Trade, nel 2004 la Francia deteneva una quota a valore di esportazione del +68,8% e l’Italia del +9,1%, cinque anni dopo la Francia è scesa al +59,2% e l’Italia ha aumentato la sua al +12,8%. Situazione più equilibrata tra i due competitor nelle quote a volume: se nel 2004, infatti, la Francia raggiungeva il +33,2%, la Spagna il +27,3% e l’Italia il +20,8%, nel 2009 l’Italia ha acquisito la leadership con il +26,9%, seguita dalla Spagna (+26,6%) e dalla Francia (+24,9%). In particolare l’export italiano nel 2009 ha raggiunto la Germania (+20,4%), gli Stati Uniti (+16,4%) e il Regno Unito (+10,9%) a valore, dati in linea con quelli a volume che vedono in testa la Germania (+21,1%), seguita dagli Stati Uniti (+18,8%) e dal Regno Unito (+9,1%). Tra i Paesi “emergenti” spicca la Russia (+7,2%). I mercati che vedono in testa l’Italia come primo fornitore di spumanti sono: gli Stati Uniti (per quantità, con il +11,3%), la Germania (con il +16%) e la Svizzera (con il +3,5%). Tra i Paesi competitor si distinguono Francia, Spagna e, novità, Singapore e Australia. A proposito della Russia il primo fornitore è l’Italia sia per volumi sia in quantità (rispettivamente con il +2,4% e con il +4,3%).

Nel primo semestre 2010 a confronto con lo stesso periodo del 2009 le performance italiane hanno visto nel Regno Unito un decremento del -23% a valore e un incremento del +12% a volume; negli Stati Uniti -28% a valore e -19% a volume; in Belgio +37% a valore e +22% a volume. E se negativi risultano i dati sul Giappone (-59% a valore e -25% a volume) la Francia raggiunge un incremento del +40% a valore e del +43% a volume. Per quanto riguarda i Paesi importatori minori più dinamici nel primo semestre 2010, si è registrata una crescita superiore al +100% in Russia (+1,34% del mercato), in Kazakistan (+0,06%) e in Argentina (+0,03%). Un incremento tra il +40 e il +100% rispetto al mercato si è registrato invece a Hong Kong (+0,63%), in Brasile (+0,48%) e in Estonia (+0,29%). Contrazioni invece per la Cina del -0,46%, della Bulgaria (-0,02%) e più significative in Australia (-2,19%). «Il mercato degli spumanti mostra una rivitalizzazione che, se proseguirà la ripresa dell’economia, potrebbe consolidarsi. Ora l’attenzione dovrebbe essere posta su alcuni mercati minori molto dinamici», ha concluso Pomarici, «L’Italia dovrebbe infatti cogliere a fondo tutte le opportunità del mercato cinese».

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© Riproduzione riservata - 22/10/2010

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