Speciale Piemonte: Castello del Poggio

Speciale Piemonte: Castello del Poggio

Da I report di Civiltà del bere: Piemonte

Castello del Poggio: un Moscato di successo da una tenuta magica

Dal 1989 il winemaker di casa è Corrado Surano, che ci racconta la magia del Castello del Poggio: «Bisogna camminare fra le vigne, risalire il crinale dei colli, respirare la vicinanza delle Alpi che incorniciano i filari, lasciarsi rapire dal territorio. Poco conta che sia un nitido pomeriggio invernale, quando sembra di poter toccare il Monte Rosa, o una nebbiosa mattina autunnale, quando i colori della vigna si fanno surreali, o un giorno d’estate sotto il sole brillante. Questo è il segreto per capire questo territorio e i suoi vini». Situata nei comuni di Asti, frazione Portacomaro, e Costigliole la tenuta, oggi di proprietà della famiglia Zonin e storicamente appartenuta ad Arturo Bersano, si estende su uno splendido anfiteatro vitato di 160 ettari. Una condizione di assoluto privilegio, sia per vocazione del terreno sia per microclima, che permette a Corrado Surano e ai suoi collaboratori di impegnarsi per valorizzare i vitigni autoctoni d’eccellenza del Piemonte: dal Grignolino alla Barbera, dal Dolcetto al Brachetto, passando per il Moscato d’Asti.

Il Moscato d'Asti di Castello del Poggio

IL MOSCATO D’ASTI – Proprio quest’ultimo vino è al centro di una crescente rivalutazione che viene ormai definita “Moscatomania”. Diventato uno tra i più celebri cavalli di battaglia dell’azienda, viene esportato in tutto il mondo, perfino in paesi inaspettati come il Vietnam, la Cambogia, il Messico, il Brasile. Il suo boom si deve da un lato a fattori oggettivi: la facilità di beva, la leggerezza, il gusto vivace, i profumi freschi e il basso tenore alcolico ne fanno un prodotto ideale per tutti coloro che si avvicinano per la prima volta al vino, specialmente in Paesi con scarsa tradizione enologica. Dall’altro sono fondamentali per il successo del Moscato d’Asti Castello del Poggio sono anche la lungimiranza e l’impegno del marchio piemontese nel creare quello che è diventato uno dei più piacevoli vini frizzanti al mondo. A partire dalla gestione moderna in vigna e in cantina con rese basse e impianti su terreni particolarmente vocati a questo vitigno al fine di ottenere un frutto perfetto.

DELICATEZZA E CARATTERE UNICO – «La parte produttiva in cantina è stata sviluppata per ottenere la miglior conservazione dei delicatissimi mosti, per preservarne la notevole intensità e mantenere l’aromaticità esclusiva e tipica di quest’uva piemontese», afferma Domenico Zonin. «Così proponiamo un’eccellente espressione qualitativa a prezzi equilibrati di un vino che garantisce salubrità e riconoscibilità, quindi fiducia, ai consumatori». Grazie a una tecnica legata alla tradizione e caratterizzata da progressive innovazioni, il succo d’uva mantiene le sue prerogative di fragranza e profumi fino al momento di essere vinificato, imbottigliato e distribuito nei 5 continenti. Una metodologia autentica e antitetica rispetto ai vini che trovano la loro miglior espressione dopo lunghe maturazioni e riposo in bottiglia, ma che assicura a questo Moscato il suo carattere unico.

Tag: , , ,

© Riproduzione riservata - 03/07/2012

Leggi anche ...

Simply the best 2024: la sesta edizione conferma il successo del nostro format milanese
In Italia
Simply the best 2024: la sesta edizione conferma il successo del nostro format milanese

Leggi tutto

Pre British, ovvero il Marsala prima del Marsala
In Italia
Pre British, ovvero il Marsala prima del Marsala

Leggi tutto

Vintage Carpineto: 100 mila bottiglie vintage a disposizione dei collezionisti
In Italia
Vintage Carpineto: 100 mila bottiglie vintage a disposizione dei collezionisti

Leggi tutto