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Nell’archivio di Ornellaia

9 Gennaio 2021 Alessandro Torcoli
Nell’archivio di Ornellaia

Entriamo nel caveau di Ornellaia, uno dei rossi simbolo della moderna enologia italiana, dove riposano tutte le sue annate. Ne abbiamo assaggiate sette: dalla giovane 2018 alla tardiva 2006, fino alla 1998, fra le migliori.

Sì, viaggiare. La visita a Bolgheri è il ricordo di quel che sempre sarà il nostro mestiere: fusione di piacere edonistico e intellettuale. Conosciamo il vino, rosso simbolo della moderna enologia italiana, conosciamo il territorio steso tra il Tirreno e le colline retrostanti, scultore di vini caratteristici e vettore di profumi mediterranei.

L’archivio storico di Ornellaia

Ci rechiamo nell’Archivio storico di Ornellaia attraverso le nuove vetrate sulla sommità della cantina disegnate da Guicciardini & Magni Architetti. Uno spazio che consentirà ai visitatori di volgere lo sguardo sulla tenuta che, lo ricordiamo, consta di 115 ettari divisi in 70 parcelle. L’archivio è un accogliente caveau dove si conservano le annate di Ornellaia. Sono stati scelti millesimi contrastanti, appositamente.

La degustazione

Ornellaia 2018

È il giovane. Ancora evidenti vaniglia, nota balsamica, tocco erbaceo e piccoli frutti freschi. Il tannino è abbondante e soffice. Retrogusto di marmellata di mirtilli e cioccolato. Annata complicata: primavera piovosa, salvata dall’estate.

Ornellaia 2017

Il termine “Solare” introduce bene all’assaggio. Elegante, naso intenso, tocco erbaceo; succo di mirtilli, lampone, spezia leggera, cacao. Setoso, tannino abbondante, ma ben disteso, buona freschezza e profondità. Sul finale composta di frutti rossi e neri. Annata calda e siccitosa.

Ornellaia 2011

Stagione siccitosa, simile alla 2017. Il vino è concentrato, bouquet di mirtilli, eucalipto, tabacco, sottobosco e quell’abile tocco di freschezza. Duetto perfetto tra i due Cabernet (Sauvignon e Franc). Ancora massiccio, richiede molto tempo, ma Ornellaia ne ha. È lineare, verticale, fermo.

Ornellaia 2010

Entriamo nel capitolo annate fredde e tardive, con il Merlot raccolto a ottobre. Profumato e ampio: composta di more e mirtilli, rosmarino, cioccolato amaro e legno d’olivo. Ha equilibrio, piacevole con tannini setosi, fresco e profondo.

Ornellaia 2006

Da qui in poi il Cabernet prevale sul Merlot. Balsamico, con more e lamponi in confettura. Ampio al palato, dal finale perfetto. Un’annata che il direttore Axel Heinz definisce “antimoderna”, in senso enologico (fermentazioni lunghe, zuccheri residui in barrique…) eppure modernissimo.

Ornellaia 2000

Esistono stagioni miti, come questa meno fredda del 1998. Qui si entra nel mondo dei profumi terziari: foglie di tabacco, sottobosco, bergamotto. Al palato setoso, fresco, morbido, persistente.

Ornellaia 1998

La grandezza di un rosso che vuol essere grande. Profumi di erbe aromatiche, tocco boisé delicato, lampone, fiori. Una progressione sinfonica. Leggermente erbaceo, con nota di senape, verticale e profondo. Una delle annate migliori di sempre a Bolgheri.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 4/2020. Acquista

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Foto di apertura: Axel Heinz e Alessandro Torcoli

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