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Matteo Lunelli è il nuovo presidente delle Cantine Ferrari

27 Luglio 2011 Civiltà del bere
«È il mio addio al lavoro e sono molto emozionato». Ha esordito così Gino Lunelli, davanti agli amici della stampa riuniti ieri per il suo saluto alla Ferrari al ristorante Trussardi alla Scala di Milano. Dopo oltre mezzo secolo alla guida della storica Casa spumantistica di Trento, Gino Lunelli ha scelto di passare il testimone al nipote Matteo Lunelli, 37 anni e da oggi nuovo presidente delle Cantine Ferrari. Con l’ironia che lo contraddistingue Gino Lunelli ha detto: «Ho preso questa decisione con fatica e da solo quando mi sono reso conto di non divertirmi più lavorando come mi era sempre accaduto. Inoltre mi sono accorto d’essere fuori tempo! Io conosco il mercato degli anni Ottanta e Novanta, ma non più quello di oggi». Poi la riflessione abbandona la sottigliezza della battuta e si fa più seria: «Passare la mano non è facile. Ma ho una grande responsabilità nei confronti dei miei famigliari e dei miei collaboratori. Perciò i Lunelli hanno sancito dei “patti di famiglia”. Sono convinto che avere un cognome piuttosto che un altro non dia automaticamente diritto a occupare un ruolo importante in un’azienda. Per questo con i patti di famiglia noi sappiamo già come andrà in futuro l’asse ereditario. E allora, se il prescelto avrà curriculum e capacità allora potrà occupare un posto in azienda». A continuare le orme dello zio Gino, come amano chiamarlo i Lunelli, ci sarà dunque Matteo, 37 anni, entrato in azienda nel 2003 dopo cinque anni di esperienza alla Goldman Sachs di Londra. Con questo passaggio di consegna si chiude un’operazione che era cominciata nel 2005 quando Marcello, Matteo e Camilla, ai quali due anni fa si è aggiunto Alessandro, avevano assunto ruoli operativi in sostituzione di Gino, Mauro e Franco. Oggi Marcello, enologo, ha la carica di vicepresidente, Camilla è responsabile della comunicazione e Alessandro alla guida dell’area tecnica e di programmazione. Confermato Guido Pianaroli come amministratore delegato e la presenza di Innocenzo Cipolletta e Lino Benassi nel Cda. «Saranno loro la nuova linfa della Ferrari», ha concluso Gino Lunelli, «e io mi sento tranquillo. Cosa farò? La ricchezza è legittimata solo se condivisa, mi dedicherò a dar vita a una fondazione». Matteo Lunelli ha confermato davanti allo zio Gino l’impegno preso con queste parole: «I miei cugini e io raccogliamo il testimone con serenità convinti che ogni generazione debba rifondare la propria azienda. Abbiamo ancora tante sfide da affrontare e la più importante è quella con l’estero. Proprio in questo ambito a settembre inizieranno per la prima volta le nostre campagne pubblicitarie nel mondo. E concludo con una frase di Goethe che ci sarà da monito: “Ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo se vuoi possederlo davvero”».

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