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Gli altri spumanti: Sicilia

14 Settembre 2020 Elena Erlicher
Gli altri spumanti: Sicilia

Nel Sud Italia, la Sicilia si distingue per la produzione di spumanti di qualità. Qui nascono prodotti che non sono da meno delle bollicine più rinomate del Nord, come Franciacorta e Trentodoc. Non solo Chardonnay e Pinot nero, ma anche le varietà autoctone, come Inzolia e Frappato, si scoprono adatte alla spumantizzazione.

Per la quarta puntata dedicata agli altri spumanti di qualità italiani, quelli – per intenderci – diversi dai soliti noti (Franciacorta, Trentodoc, Conegliano Valdobbiadene, ecc.), ci trasferiamo al Sud e, precisamente, in Sicilia. Sull’isola, nonostante il clima apparentemente poco propizio alla maturazione delle uve per la spumantizzazione, l’interesse dei vitivinicoltori per questa tipologia è in costante aumento. Si è passati, negli anni, dall’utilizzo di Chardonnay e Pinot nero agli autoctoni, come Grillo, Catarratto, Inzolia, Nero d’Avola, Frappato e Nerello Mascalese, che danno risultati interessanti, se spumantizzati con Metodo Classico, con peculiarità uniche legate all’ambiente di provenienza.

Lo spumante di montagna di Cusumano

L’ottimo 700 Brut di Cusumano, Metodo Classico da Chardonnay e Pinot nero, ne è un chiaro esempio. Nasce nei vigneti di Tenuta Ficuzza (foto in apertura), una delle cinque di proprietà dell’azienda di Partinico, Palermo. Siamo a 700 metri d’altitudine, su terreni franco argillosi, con esposizione nord-est, una densità di 5.000 piante per ettaro e una resa di 50 hl/ha. Altitudine e suolo offrono il giusto stimolo affinché il Pinot nero sviluppi tutta l’eleganza che gli è propria. I grappoli sono pressati interi e solo il primo mosto fiore fermenta. Dopo 6 mesi sulle fecce fini, inizia la rifermentazione in bottiglia che dura 36 mesi.

Almerita Brut, il millesimato di Tasca

Dai 500 metri della Tenuta Regaleali dei conti Tasca d’Almerita arriva Almerita Brut, 100% Chardonnay. Nasce negli anni ’90 per gli amici del conte Giuseppe dalle uve di Cava Rina allevate su suoli sabbiosi, con esposizione a sud-ovest, una densità di 4.200 piante per ettaro e una resa di 69 q/ha. A malolattica svolta, affina coi lieviti in bottiglia per 24 mesi. È un millesimato dal perlage fine e continuo, caratterizzato al palato da una delicata cremosità.

La tenuta di Contessa Entellina

Il Rosé Brut di Donnafugata

Sempre da varietà internazionale, questa volta 100% Pinot nero, nasce il Brut Rosé di Donnafugata di Marsala (Trapani). La famiglia Rallo possiede vigneti in quasi tutto il territorio siciliano. Le uve di Pinot nero provengono dalle colline di Contessa Entellina (tra i 200 e i 500 metri d’altezza), nel cuore della Sicilia occidentale, e sono allevate con una resa di 75-85 q/ha. È uno spumante Metodo Classico Millesimato e affina 36 mesi sui lieviti. Dal colore rosa antico, offre al naso note terziarie di crosta di pane unite a delicati sentori di fragoline di bosco e spezie. In bocca combina freschezza e buona struttura, con un piacevole ritorno delle sensazioni fruttate e una vena sapida.

La Cantina Giuseppe Milazzo

La Riserva V38AG di Milazzo

C’è chi ha provato a spumantizzare una varietà internazionale e una autoctona, come Giuseppe Milazzo con il suo Riserva V38AG Metodo Classico da Inzolia e Chardonnay allevati sull’altopiano di Milici. L’inusuale nome si deve al primo codice di imbottigliatore che l’Istituto di controllo attribuì a suo tempo all’azienda. I vigneti hanno 20-30 anni d’età e sono allevati su suoli argillosi e calcarei con una densità di 5.600 piante per ettaro e una resa di 60 q/ha. Le uve Chardonnay fermentano parte in barrique di secondo passaggio. Dopo il tirage, il vino affina in bottiglia per 48 mesi.

Il Nutaru di Avide

Due Nutaru per Avide: un bianco e un rosé

Dall’autoctono Frappato nasce Nutaru di Avide, storica Cantina di Comiso (Ragusa). Lo spumante è prodotto in una duplice versione Brut bianco e rosé. Il primo è dedicato al notaio Giovanni Demostene a cui si deve l’ingresso dell’azienda nell’era moderna. Il secondo al notaio Francesco De Stefano che nel 1882 acquistò il primo vigneto su cui con mezzadria si portava a frutto il lavoro. Le uve, per entrambi, arrivano dalla zona centrale del Cerasuolo di Vittoria Docg. Si è scelto di spumantizzare il Frappato perché, tra le uve siciliane, è quella che si presenta con un ottimo rapporto acidità, concentrazione zuccherina, struttura, senza escluderne la semi-aromaticità. Il Nutaru bianco affina sui lieviti per 36 mesi, il rosé per 24.

Rosé Brut, la chicca di Terrazze dell’Etna

Infine, dall’Etna, zona che da poco si è scoperta vocata anche alla produzione di spumante, arriva il Rosé Brut di Terrazze dell’Etna, l’azienda vitivinicola dell’ingegnere palermitano Nino Bevilacqua che si avvale della consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella. Lo spumante nasce da uve Pinot nero 90% e Nerello Mascalese 10% allevate tra i 750 e i 950 metri d’altezza nel comune di Randazzo, sul versante nord-ovest del vulcano. È un Metodo Classico che affina 36 mesi sui lieviti. Distintivo ed elegante, offre al naso sentori di fragolina selvatica e melograno; al palato è di buon corpo e ha una piacevole chiusura sapida.

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