Bordeaux En Primeur, il trend al ribasso dei prezzi 2023
Da Château Lafite Rothschild a Château Haut Brion: i prezzi dei “futures” sui più importanti vini della Gironda fanno segnare cali tra il -30% e il -40% rispetto al 2022. Le ragioni? Troppe scorte, domanda debole e un’annata qualitativamente non eccelsa. E anche i buyer cinesi disertano il collocamento. L’analisi sulla stampa internazionale.
Per approfondimenti: Decanter, Wine Spectator , Rare wine invest, Vinojoy
Un esordio al ribasso, con cali di prezzo “ex négociant” anche del -30-40% per gli Chateaux più blasonati. La vendita En Primeur di Bordeaux è partita col freno a mano tirato e sembra la cartina di tornasole di un’annata dalla qualità eterogenea e una congiuntura di mercato ancora più complicata.
Non che la riduzione non fosse attesa, sottolinea Decanter nel suo approfondimento: in un sondaggio condotto da Liv-ex i commercianti di vino interpellati hanno dichiarato di aspettarsi flessioni in media del -22% rispetto alla campagna dello scorso anno. Ma, giunti alla seconda settimana dall’inizio della campagna di collocamento dei futures sui vini della Gironda, molti dei prezzi d’uscita sono andati al di là delle attese.
Cali fino al 40% sui prezzi
Nel suo report quasi giornaliero, Wine Spectato ha seguito il collocamento prezzo per prezzo. E già dall’esordio il trend ribassista dell’En Primeur attuale messa a confronto con la precedente è apparso evidente.
Château Lafite Rothschild, il primo “Premier Cru Classé” a svelare il listino, vende il suo Lafite Rothschild 2023 a 396 euro a bottiglia “ex négociant”: -31,7% sul prezzo fissato nel 2022 (580 euro). Carruades de Lafite 2023, second vin della blasonata cantina, si compra a 145 euro a bottiglia “ex négociant” (-19,4% sul 2022), e a 1.860 sterline a cassa (-17,6%).
La stessa direzione è quella che hanno seguito i successivi collocamenti sul mercato.
Château Mouton Rothschild ha rilasciato la prima tranche di vini En Primeur il 6 maggio a 330 euro per bottiglia ex-négociant, con un calo del -36% rispetto al prezzo di lancio del 2022 che era stato di 516 euro. Château Angélus, per cui l’annata scorsa era stato fissato un prezzo di 350 euro a bottiglia, è uscito a 260 euro (-25,7%).
E non ha fatto eccezione nemmeno Château Haut Brion, il cui prezzo en primeur 2023 è stato comunicato il 14 maggio, in flessione del -39,5% rispetto a 12 mesi fa (312 euro “ex négociant” contro i 516 del 2022).
Domanda debole, troppe scorte, qualità meno alta
Rare wine invest società scandinava di investimento che fa parte di uno dei gruppi più grandi e importanti del settore a livello mondiale, ha deciso di evitare la En Primeur 2023 di Bordeaux e ha esortato i clienti a fare altrettanto.
La preoccupazione principale riguarda la mancanza della domanda. Il mercato del Bordeaux, spiega il fondo, sta vivendo una stagnazione dell’interesse. “Il mercato secondario”, annota Rare wine invest, “è invaso da stock di vecchie annate a prezzi fortemente scontati, tra cui si possono spesso trovare vini di eccellenti annate venduti a prezzi vicini o addirittura inferiori a quelli del 2023 discussi in questi giorni. 2021 Chateau Haut-Brion, 2021 Chateau Angelus, 2020 o 2021 Chateau Pavie, per citarne alcuni esempi, si scambiano a prezzi inferiori rispetto ai prezzi “scontati” del 2023”. I fattori economici aggravano queste sfide. Il costo dei prestiti è aumentato, triplicando dal 2020, e i costi di stoccaggio sono cresciuti in modo analogo, mettendo ulteriormente sotto pressione la fattibilità del modello En Primeur.
Infine, ci sono le considerazioni sulla qualità dell’annata. «Sebbene Bordeaux abbia una storia di produzione di annate iconiche, il rilascio del 2023 non soddisfa le aspettative riguardo alla qualità e all’attrattiva di mercato. Inoltre, dato che i prezzi di rilascio del 2021 e del 2022 non sono mai stati veramente accolti dal mercato, diventa estremamente difficile determinare se una riduzione del prezzo da sola sia sufficiente per salvare il sistema».
Anche i buyer cinesi disertano l’En Primeur
Il portale specializzato Vinojoy ha sottolineato il disinteresse mostrato anche dai buyer verso l’En Primeur di Bordeaux.
All’apertura dell’edizione 2023, tenutasi dal 20 al 25 aprile, tra i 5 mila commercianti, négociants, giornalisti e critici da tutto il mondo mancavano all’appello i principali importatori di Pechino. Tra cui Chengdu Fine West International Trade Co. Ltd, specializzata in vini classificati, e Ningbo Yongyu, un importatore di vini veterano che ora vende su piattaforme di e-commerce transfrontaliere. Entrambe le aziende, che avevano acquistato circa 2,5 milioni di euro di vini En Primeur prima del 2020, non hanno inviato rappresentanti quest’anno.
Foto di apertura: vigneti di Bordeaux D. De Villers – Pixabay
Tag: Bordeaux en primeur, Decanter, Rare wine Invest, Vinojoy, Wine Specator© Riproduzione riservata - 16/05/2024