Senza confini Senza confini Jessica Bordoni

Architetture del vino: Château Cheval Blanc

Architetture del vino: Château Cheval Blanc

Come un velo appoggiato sui vigneti accanto al celebre Château Cheval Blanc. Un’alternanza di legno, vetro e spazi vuoti studiata per ridurre lo spreco energetico. Il viaggio alla ricerca delle più belle cantine del mondo ci porta a Saint-Émilion, Bordeaux.

Architetto Christian de Portzamparc

Lo Château Cheval Blanc di Saint-Émilion non ha certo bisogno di presentazioni. Premier Grand Cru Classé A, il domaine produce uno dei vini più famosi (e costosi) al mondo. Negli anni Duemila la proprietà ha commissionato all’architetto Christian de Portzamparc il progetto di un nuovo chai, ovvero una nuova cantina destinata alla vinificazione e all’affinamento, da posizionare in prossimità del castello settecentesco. Inaugurata nel 2011, nel 2013 l’architettura ha ricevuto il prestigioso Chicago Athenaeum International Architecture Award: prima cantina a meritarsi questa onorificenza.

Christian de Portzamparc
L’architetto Christian de Portzamparc

Château Cheval Blanc, legno, vetro e vuoto

La struttura alterna blocchi di legno, vetrate e spazi vuoti. La copertura è di cemento bianco, ma le sue linee sinuose, simili a onde in movimento, ne ingentiliscono la mole creando una piacevole continuità visiva con lo château e le vigne, anche grazie a un tetto erboso dove crescono alberi e piante. L’edificio è certificato Hqe (Haute qualité environnementale) e ogni suo elemento è studiato per ridurre il consumo energetico.

Un design maestoso ed essenziale

A dispetto dei suoi 5.500 metri quadrati, l’interno gode di un’atmosfera intima e raccolta. Tutto è essenziale, funzionale. Il disegno prevede due piani: quello interrato è consacrato alle botti, mentre quello superiore ospita i serbatoi. L’area ipogea è un unico grande ambiente sorretto da pilastri; il piano terra è diviso longitudinalmente in varie sezioni, di cui una occupata da una sala degustazioni.

i serbatoi di Château Cheval Blanc
Nella cantina di Château Cheval Blanc trovano posto 52 serbatoi di cemento

Per ogni parcella un serbatoio dedicato

La luce naturale penetra dall’alto illuminando le sagome dei 52 serbatoi di cemento, allineati in file da sei. Sono di matrice italiana, formati da un unico pezzo e con capacità variabile da 20 a 110 ettolitri. Ciascuno contiene il frutto di una diversa parcella del domaine. Una placchetta posta sul fianco riassume tutti i dati relativi all’uva e all’appezzamento di provenienza. In questo modo il responsabile di cantina e il suo team possono gestire con assoluta precisione gli assemblaggi. 

Non solo Château Cheval Blanc, le altre opere famose

Christian de Portzamparc è nato a Casablanca nel 1944 e ha studiato architettura a Parigi. Nel 1994 ha ricevuto il Pritzker Prize. Tra le sue opere più prestigiose ci sono, a Parigi, il complesso Hautes-Formes, la Città della musica, la ristrutturazione del Palazzo dei congressi e la sede di Le Monde. Da ricordare anche gli immobili residenziali Nexus World a Fukuoka, in Giappone, la torre del Crédit Lyonnais a Lilles, la torre Lvmh a New York, la nuova sala filarmonica a Lussemburgo, la Grande biblioteca del Quebec a Montreal e l’ambasciata di Francia a Berlino.

Foto di Erik Saillet

Per scoprire le altre architetture del vino, clicca qui

Tag: ,

© Riproduzione riservata - 17/01/2021

Leggi anche ...

La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino
Senza confini
La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino

Leggi tutto

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto