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Addio a Pio Boffa, ambasciatore del Barolo nel mondo. Il nostro ricordo

17 Aprile 2021 Alessandro Torcoli
Addio a Pio Boffa, ambasciatore del Barolo nel mondo. Il nostro ricordo

Pio Boffa, titolare della storica cantina Pio Cesare di Alba, è morto all’improvviso, all’età di 66 anni, stroncato dal Covid. Con lui se ne va un pezzo di storia del vino italiano, oltre che un grande amico di Civiltà del bere.

Questa mattina è morto Pio Boffa, patron della Pio Cesare, un alfiere del Barolo nel mondo. Se permettete, anche un amico, di quelli che hanno sempre seguito le avventure della nostra rivista, uno dei protagonisti della ristretta pattuglia di produttori vinicoli che hanno accompagnato Civiltà del bere nei viaggi promozionali pionieristici degli anni Ottanta, sempre presente ai nostri eventi (VinoVip Cortina su tutti) al quale nel 2017 avevamo conferito il Premio Khail, intitolato al nostro fondatore, come “ambasciatore del vino italiano nel mondo”. 

Ci dispiace moltissimo, personalmente, ma è anche una perdita per l’enologia nazionale. La sua è stata una vita trascorsa per metà in aereo, sempre in movimento a promuovere il suo Barolo, ma con esso le Langhe, il Piemonte. Menzionava volentieri la vocazione “globetrotter” della sua famiglia e il passaporto n.55 del Regno d’Italia ottenuto da suo nonno.

Una vita “on stage”

Figura carismatica, dall’inconfondibile voce ruvida e potente, pareva talvolta un consumato attore, sempre “on stage”, avrebbe detto lui che aveva preso il gusto della lingua inglese con un forte accento americano, forse perché gli Usa erano la roccaforte del suo successo e vi si recava in continuazione, anche per una notte sola. Con energia e battuta sempre pronta, sapeva efficacemente spiegare le origini del Barolo, la tradizione del blend, di pari dignità rispetto all’esaltazione dei cru. Nota la sua battaglia perché il Barolo classico non venisse chiamato “base” né “regular”. 

Pio Cesare non fu solo un difensore della tradizione

Così come sarebbe ingeneroso ridurre la sua figura nel capitolo dei “classici” di Langa: fu tra i primi a realizzare un grande bianco nell’Albese, il “Piodilei”, Chardonnay in purezza frutto della sua passione per la Napa e gli Usa; pioniere di uno stile moderno di Barolo, quando debuttò a New York con il cru Ornato; recentemente ci aveva stupito con il nuovo cru Mosconi, espressione di Nebbiolo che ci ricorda il suo carattere: austero, deciso, elegante nella solidità, capace di spiazzare con inattese gentilezze. Era uno di quei piemontesi che amavano fare, non millantare, costretto allo “show” ma fondamentalmente timido: per questo talvolta le sue intuizioni non hanno ottenuto il risalto che meritavano.

Pio Boffa con la figlia Federica e il nipote Cesare Benvenuto

Il futuro nelle mani delle nuove generazioni

Da molto tempo lo affiancavano il cugino Augusto e il nipote Cesare Benvenuto (figlio della sorella) e da pochi anni era ufficialmente entrata in squadra sua figlia Federica, che rapidamente è riuscita a portare un vento di freschezza in azienda, pur nel rispetto delle storica Casa fondata nel 1881, con spettacolari cantine nel centro storico di Alba. A tutti loro le condoglianze e l’affetto della direzione e della redazione di Civiltà del bere.

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