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Europa, Brexit, Usa: il punto della situazione

7 Gennaio 2021 Anita Franzon
Europa, Brexit, Usa: il punto della situazione

Le novità per il commercio di vino europeo sono buone sul fronte Brexit, con un accordo che sembra essere vantaggioso per entrambe le parti, ma negative, soprattutto per Francia e Germania, per quanto riguarda i dazi Usa.

Sulla Brexit «la Champagne è pronta», ha assicurato alla Vigilia di Natale Jean-Marie Barillère, co-presidente del Comité Champagne e presidente dell’Union des Maisons de Champagne. I rappresentanti della regione vinicola francese hanno fatto in modo di non farsi trovare impreparati al 1 gennaio del 2021: giorno dell’entrata in vigore delle nuove regole relative all’esportazione di merci tra Unione Europea e Regno Unito.

Un amore per lo Champagne che dura da 300 anni

Indipendentemente dall’accordo sulle future relazioni commerciali, Barillère continua: «Abbiamo anticipato tutte le modifiche tecniche e normative per garantire la fluidità dell’esportazione di Champagne verso il mercato britannico». Maxime Toubart, co-presidente del Comité Champagne e Presidente del Syndicat Général des vignerons aggiunge: «Sono passati 3 secoli da quando i vini della Champagne hanno conquistato il cuore degli inglesi. Resteremo vigili nei prossimi mesi, ma i legami tra Champagne e Regno Unito ci consentono di essere fiduciosi». Non sono ancora noti i dati del 2020, ma nel 2019 erano state spedite verso il Regno Unito più di 27 milioni di bottiglie di Champagne (L’Union).

Ue tra sospiri di sollievo e altri preoccupanti dazi

Intanto, nonostante la pausa natalizia, sono arrivati due importanti annunci per il commercio del vino tra Usa, Regno Unito e Unione Europea: da una parte c’è l’accordo sulla Brexit che ha portato sollievo ad alcuni, ma dall’altra è da poco uscita la notizia di ulteriori dazi aggiuntivi statunitensi. Poco prima di Natale, il governo britannico e l’Unione Europea hanno annunciato di aver trovato un accordo che ha eliminato la necessità di temuti moduli di certificazione (VI-1) sui vini europei.

Cosa prevede per il vino l’accordo tra Ue e governo britannico

Così ha dichiarato Miles Beale, amministratore delegato della Wine and Spirit Trade Association: «L’accordo significa che il vino prodotto nel Regno Unito o nell’UE non richiederà il tanto temuto e costoso certificato VI-1. Ci sarà, invece, un certificato di importazione semplificato con la prospettiva estremamente sensata di rendere in futuro disponibili tutte le informazioni in formato elettronico». Questo certificato semplificato richiederà solo un elenco di informazioni di base, tra cui il nome del produttore, il Paese e la regione di origine e altri indicatori geografici e il titolo alcolometrico; quest’ultimo dato non dovrà essere supportato da verifica di laboratorio. Ma altri dettagli restano ancora da definire e le aziende stanno aspettando che il governo britannico confermi i dati necessari per completare la documentazione.

Cattive notizie dagli Usa

Per alcuni Paesi europei, invece, le notizie che arrivano dagli Usa sono tutt’altro che gioiose: il governo ha infatti annunciato un’ulteriore serie di dazi su vari prodotti francesi e tedeschi, come parte della controversia Boeing-Airbus. Ai prodotti già sottoposti a tariffe del 25% imposte dagli Usa nell’ottobre 2019 su buona parte dei vini dell’UE (Italia esclusa), si aggiungono ora anche altri vini francesi e tedeschi prima non coinvolti, nonché il Cognac e altri brandy. Questa nuova penalità arriva come risposta alla decisione dell’Organizzazione mondiale del commercio di consentire all’Europa di applicare dazi alle importazioni statunitensi e colpisce nonostante le speranze di una tregua commerciale dopo l’elezione di Joe Biden (The drinks business).

Foto di apertura da L’Union

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