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Novità nel disciplinare di Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto

27 Agosto 2019 Monica Sommacampagna
Novità nel disciplinare di Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto

Il disciplinare di produzione di Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto prevede importanti novità a partire dalla vendemmia 2019. Ecco le modifiche annunciate ieri dal Consorzio di tutela, volte a tutelare la qualità di una denominazione in forte sviluppo.

Un aiuto per affrontare il riscaldamento globale che rende le annate sempre più imprevedibili ma, soprattutto, l’esigenza di un maggiore controllo sulla qualità e di programmazione a lungo termine della redditività della filiera a fronte di un mercato sempre più competitivo. Sono le principali motivazioni che hanno spinto il Consorzio Tutela Vini Valpolicella ad annunciare ieri nella sede a Villa Bassani a Sant’Ambrogio di Valpolicella, dopo sette anni di iter burocratico e non pochi dibattimenti, nuove modifiche al disciplinare di produzione per Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto a partire dalla vendemmia 2019. “I primi di una serie di passi per raggiungere altri obiettivi nel 2020”, ha introdotto il presidente dell’ente Andrea Sartori, alla presenza del vicepresidente Marco Sartori e della direttrice Olga Bussinello.

Il presidente del Consorzio Andrea Sartori fra il vicepresidente Marco Sartori e il direttore Olga Bussinello

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Nell’uvaggio il Corvinone fa la parte del leone

Si parte da una modifica importante nell’uvaggio della Doc che porta a innalzare la percentuale di Corvinone da un massimo di 50% a un margine tra il 45% e il 95%, permettendo anche la totale sostituzione della Corvina. Restano invariate la quota di Rondinella tra il 5 e il 30% e l’opportunità di inserire fino a un 25% di altri vitigni a bacca rossa ammessi dall’articolo 2 del disciplinare di produzione. “L’anno scorso abbiamo visto un aumento del 7,8% negli impianti di Corvinone in provincia di Verona rispetto a quest’anno”, ha spiegato il vicepresidente del consorzio Daniele Accordini in videoconferenza dal Giappone.

“Un’opportunità per i produttori della Dop”

“Il Corvinone è un vitigno che conferisce sentori speziati, potenza e un’ottima struttura e che resiste meglio della Corvina, più floreale e fruttata, sia allo stress idrico sia al mal d’esca, nel rispetto della tipicità”, spiega Accordini. La novità in disciplinare rappresenta un’opportunità in più per i produttori della Dop cresciuta di circa il +30% negli ultimi dieci anni e vicina agli 8.200 ettari vitati, patrimonio di aziende agricole che spaziano da 80 a 650 metri di altitudine, con vigneti siti in pianura su terreni alluvionali o in alta collina su suoli calcarei e vulcanici, tutti aspetti che consentono numerose interpretazioni del vino.

I vigneti della Valpolicella

Amarone più secco e Valpolicella con tappo a vite

Le nuove disposizioni impongono di utilizzare obbligatoriamente per la produzione di Amarone vigneti che abbiano raggiunto almeno il quarto ciclo vegetativo. Lo leggiamo come un invito esplicito a puntare sulla longevità per meglio qualificare il rosso passito secco simbolo della Valpolicella. Più secco di nome e di fatto: gli zuccheri residui ammessi si ridurranno da 12 g/litro a 9 g/litro e saranno determinati in base al nuovo metodo Oiv. Per quanto riguarda il Valpolicella Doc, le bottiglie tra 0,375 e 1,5 litri potranno, inoltre, avvalersi del tappo a vite per un migliore inserimento sui mercati internazionali.

Ripasso… una volta sola

Dulcis in fundo arriva il “giro di vite” sul fenomeno Valpolicella Ripasso, che tra il 2008 e il 2018 è cresciuto del +128%: un vino che, in base alle modifiche all’articolo 5, dalla vendemmia 2019 in poi conterrà una percentuale obbligatoria dal 10% fino a un massimo del 15% di vino destinato ad Amarone e/o Recioto lasciato sulle vinacce dopo la loro svinatura. La tecnica del ripasso avverrà, inoltre, in un’unica soluzione, senza operazioni doppie o triple di “ripasso”. Infine, vino e vinacce dovranno appartenere allo stesso produttore. “Il nostro obiettivo non è solo chiarire e uniformare la tecnica, soggetta a varie interpretazioni, ma qualificare il prodotto ed eliminare la pratica del contoterzismo delle vinacce”, ha concluso Marco Sartori.

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