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Una serata “braai” a Milano per celebrare il South Africa Day

21 Maggio 2012 Jessica Bordoni
Tutto il gusto del Sudafrica a Milano. Lo scorso 17 maggio all’Istituto dei ciechi di via Vivaio il Consolato del Sudafrica e il South African Tourism hanno organizzato un ricevimento per commemorare il South Africa Day, la festa nazionale della Repubblica nata dopo la fine dell'Apartheid. Nel corso della serata sono intervenuti il console generale Saul Kgomotso Molobi, l’ambasciatore Thenjiwe Ethel Mtintso e il direttore del South African Tourism Lance Littlefield, che hanno ricordato la vittoria della democrazia con le prime elezioni aperte a tutti i gruppi etnici nel 1994, auspicando un futuro sempre più prospero per la Nazione Arcobaleno, nel segno della cooperazione internazionale e del turismo. UNA CENA SUDAFRICANA - Gli ospiti hanno gustato i piatti tipici della cucina sudafricana, anch’essa portavoce del melting pot che caratterizza il Paese con la sua ricchezza di ricette e sapori di varia tradizione. In accompagnamento alle pietanze c’erano i grandi vini delle Winelands di Western Cape: rossi e bianchi sempre più apprezzati a livello internazionale, dal Pinotage (una varietà esclusiva del Sudafrica, incrocio tra Pinot noir e Cinsault, un vitigno proveniente dalla regione francese del Rodano) allo Chardonnay, passando per il Chenin blanc, il Merlot e il Syrah. Senza dimenticare il Sauvignon blanc, il Riesling, il Semillon, l'Hanepoot (una versione del Moscato d'Alessandria), Pinot noir, Ruby, Tinta barocca e Pontat. IL RITO DEL BRAAI – Dopo un antipasto a base di deliziose fish cakes (polpettine di pesce), vetkoek (frittelline salate fritte ripiene al ragu) e billtong (pezzettini di carne essiccati) servito nel salone dell’Istituto, gli invitati hanno raggiunto il chiostro per proseguire la cena con il tipico braai. Molto più di un semplice barbecue (che resta però l’esatta traduzione del termine), esso costituisce un vero e proprio rito di socializzazione e divertimento nella cultura del Sudafrica. Non una mera modalità di preparare la carne ma «un pezzo di storia nazionale» perché, come ha precisato l’ambasciatore Thenjiwe Ethel Mtintso, «un sudafricano ha sempre un buon motivo per festeggiare con un braai». IL MENU – Ecco allora manzo, pollo, montone e agnello cotti alla brace e serviti con verdure, frittelle di zucca, insalata di patate e di barbabietole, pane dolce grigliato (roosterkoek). E ancora, gli spiedini di filetto di manzo e l'agnello origano e limone allo spiedo da accompagnare alla pap, la polenta bianca a base di farina di mais, che la tradizione impone di mangiare con le mani, dopo averla intinta nella pap sous, una salsa di pomodoro e cipolle. A conclusione frutta fresca e i migliori dolci della tradizione, tra cui il tortino alla vaniglia melk tart e le koesksisters, le caratteristiche treccine a base di uova e burro. I VINI – Allietata dalla performance al pianoforte del maestro jazzista Enrico Intra, la serata si è rivelata interessante tanto per gli appassionati di cucina etnica quanto per i winelovers. Quattro le etichette locali in degustazione, di cui due della Maison Fleur du Cap di Stellenbosch: lo Chardonnay e il Pinotage annata 2011 . Il bianco, invecchiato sei mesi in barrique francesi di sei diversi tipi di quercia, si è distinto per il sapore di melone, pesca, agrumi, frutti esotici e legno; il rosso, invece, maturato 18 mesi in barrique francesi e americane, si è offerto speziato, con note di prugna e confettura. Sul versante sparkling wine c’era il Methode Cap Classique 2011 della Casa vinicola Pongracz di Stellenbosch, di colore chiaro con note verdoline e spuma persistente, dal profumo fruttato e di lievito, equilibrato e di buona struttura al palato. E infine lo Chatelaine Altydgedacht 2008, blend di Gewürztraminer 60%  e Riesling 40%, dal profumo composito e maturo con note fruttate e floreali unite a sentori leggermente vegetali di erbe aromatiche.

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