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Podere Rocche dei Manzoni: la biodinamica

20 Aprile 2010 Roger Sesto
Un’interessante testimonianza la raccogliamo da Rodolfo Migliorini, patron di Podere Rocche dei Manzoni di Monforte d’Alba (Cuneo), altra realtà molto attenta al discorso sulla longevità dei propri vini. «Innanzitutto mi fa molto piacere questo interesse per le nostre vecchie annate di Barolo», esordisce Migliorini. «La mia azienda ha iniziato a conservare le annate dei cru di Barolo di nostra produzione dal 1997, con la convinzione di poter offrire ai clienti un valore aggiunto. Concentrandoci sulla nostra punta di diamante, il Vigna Cappella di Santo Stefano, le annate di cui disponiamo sono: 1997, 1998, 1999, 2000, 2001 e 2004. Questo cru, posto su un tipico suolo appartenente al periodo elveziano, formato da stratificazioni di marne e arenarie, a base calcarea con componenti argillo-sabbiose, posso affermare con orgoglio che è uno dei vigneti di riferimento per l’intero comprensorio. La nostra filosofia produttiva in vigna si ispira alla biodinamica, pur intervenendo con caute concimazioni di letame e stallatico altamente selezionato; soprattutto cerchiamo un equilibrio tra flora e fauna. In cantina, dove si vinificano solo le annate migliori, operiamo in modo non invasivo, perché sia sempre e comunque il terroir a farla da padrone, ricercando un compromesso fra tradizione e innovazione». Gli chiediamo se il mercato sia interessato alle vecchie annate. Risponde: «Commercialmente, come detto, riusciamo a soddisfare richieste a partire dal millesimo 1997, ma siamo in possesso di pochebottiglie dalla prima annata di produzione, la 1993. Se fino a poco tempo fa la clientela voleva sempre le ultime annate, oggi il mercato si sposta sui vecchi millesimi, e questo con nostra grande soddisfazione, perché conforta la passata lungimiranza nel voler conservare di ogni grande millesimo un migliaio di bottiglie per poterle proporre dopo diversi anni».
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