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Ramandolo e Picolit. Quale ruolo nel panorama dei vini dolci?

23 Maggio 2011 Civiltà del bere
La domanda è quantomeno stuzzicante: perché in una terra orgogliosa di essere “Terra di grandi vini bianchi”, ovvero il Friuli Venezia Giulia, gli unici due vini ad aver ottenuto la Docg (almeno per il momento: c'è qualche novità in dirittura d'arrivo) sono due vini dolci, il Ramandolo e il Picolit?  Il tema è stato accennato – ma meriterà senz'altro un approfondimento – nel corso del convegno che si è svolto sabato 14 maggio a Tarcento (con Nimis uno dei due comuni del Friuli Collinare in cui ricade il territorio della Docg) e che ha avuto come relatori il sommelier Alessandro Scorsone, l'enologo Paolo Dolce, il direttore del Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, Massimo del Mestre, moderati da Elena Caccia di Civiltà del bere. Convegno che aveva come tema “Ramandolo e Picolit: dolcezze Docg per il turismo enogastronomico nei Colli Orientali del Friuli”, ma che ha spaziato anche su argomenti limitrofi di estremo interesse.  Ramandolo e Picolit insieme non arrivano a 500 mila bottiglie (da 0,5 litri) di produzione annua; una goccia nel mare dell'universo vino italiano, neppure lo 0,003. Prodotti di piccolissima nicchia, anche a confronto di vini passiti italiani (dei quali, ha sottolineato Elena Caccia, è difficilissimo reperire dati aggiornati) e di competitors come il Sauternes (6 milioni di bottiglie annui). Che fare dunque? Fare sistema, come ha suggerito l'enologo Paolo Dolce; comunicare (e abbinare) in modo adeguato i vini dolci, ha detto Scorsone; valorizzarli (ed era un po' il tema del convegno) nel contesto della crescita costante del turismo enogastronomico, come ha sottolineato Del Mestre, ricordando che siamo alla vigilia di Cantine Aperte e che in Friuli Venezia Giulia si sta lavorando per attivare finalmente le Strade del Vino. “Abbiamo partecipato ad un corso di aggiornamento per assessori” ha scherzato, traendo le conclusioni, l'assessore regionale alle risorse agricole, Claudio Violino, presente all'incontro con il collega della provincia di Udine Daniele Macorig. Ricordando che il marchio “Tipicamente Friulano” sul quale la Regione sta investendo è un marchio che vuole nobilitare tutti i prodotti dell'agroalimentare del territorio, tra i quali il Picolit e il Ramandolo sono autentiche punte di eccellenza.  

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