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Oltrepò Pavese: nuovo statuto e nuovo disciplinare per la Docg

25 Febbraio 2025 Civiltà del bere
Oltrepò Pavese: nuovo statuto e nuovo disciplinare per la Docg
© Riccagioia - Consorzio Oltrepò Pavese

L’assemblea dei soci del Consorzio di tutela ha deliberato importanti provvedimenti, a cominciare dalle modifiche al sistema di votazione, che riporta i soci sullo stesso piano e rende più protagonisti i piccoli produttori. Non meno emblematica l’introduzione del nome Classese per designare le bollicine Metodo Classico

Soffia vento di cambiamento, anzi di cambiamenti, tra le colline vitate dell’Oltrepò Pavese. L’assemblea dei soci del Consorzio di tutela, riunitasi il 20 febbraio in convocazione ordinaria e straordinaria, ha votato con un vero e proprio plebiscito sia le modifiche allo statuto sia quelle al disciplinare della Docg.

Come cambia lo statuto consortile

In particolare il nuovo statuto prevede l’attribuzione di un numero di voti minimo (10) per ciascun socio, indipendentemente dalla sua capacità produttiva. Come si legge nella nota ufficiale diffusa a mezzo stampa: “in concreto significa decuplicare il peso dei piccoli produttori e renderli più indipendenti e maggiormente protagonisti delle scelte e della vita del Consorzio, senza comunque intaccare l’equilibrio generato dal criterio di proporzionalità. La centralità della filiera, che è diventata parola chiave del nuovo corso del Consorzio, si traduce invece in una premialità che, applicando un moltiplicatore pari al 25%, riconosce il valore intrinseco e di immagine alle imprese che svolgono tutte le fasi della produzione, che avranno così un maggior peso”.
Il nuovo statuto, che è stato messo appunto con il sostegno di Federdoc e dei funzionari del Masaf “adotta un criterio di proporzionalità perfetta tra denunciato (uve, ettolitri di vino prodotto, ettolitri di vino imbottigliato), quota pagata al Consorzio e numero di voti disponibili in Assemblea. Tale criterio riporta tutti i soci sullo stesso piano e consente maggiore trasparenza ed equilibrio, superando alcuni significativi squilibri tra le fasi produttive e accogliendo con maggiore efficacia le disposizioni di legge che promuovono la democraticità in ambito consortile”.

Il “ritorno” del Classese e la prospettiva delle Mga

L’altra grande novità riguarda il disciplinare dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg. L’assemblea del 20 febbraio ha integrato le modifiche qualitative già approvate in precedenza (come la raccolta manuale in cassetta e i 24 mesi di affinamento sui lieviti per i non millesimati) con nuovi provvedimenti, come i tempi di permanenza sui lieviti: i millesimati passano da 24 a 36 mesi, mentre la Riserva almeno a 48 mesi. Ma la novità principale riguarda il nome: Classese. Un marchio nato quasi cinquant’anni fa e che ora è possibile riutilizzare grazie alla disponibilità del Distretto del Vino Oltrepò Pavese e del suo presidente Fabiano Giorgi (Giorgi Wines). L’obiettivo è quello di “dare identità e distinzione al Metodo Classico, evitando l’attuale inevitabile confusione con le altre numerose denominazioni oltrepadane e consentendo di avviare politiche di promozione e posizionamento sui mercati nazionale e internazionale maggiormente efficaci. In seconda battuta, l’introduzione per la prima volta delle Mga, le Menzioni Geografiche Aggiuntive, che congiuntamente alle regole più rigide consentono di dare particolare visibilità alle aree maggiormente vocate”.

Il commento della presidente Francesca Seralvo

«Si tratta di modifiche rivoluzionarie per l’Oltrepò del Vino», ha commentato la presidente del Consorzio Francesca Seralvo. «Siamo fieri di aver portato a termine, a un solo anno dall’insediamento del nuovo Cda, le due più importanti riforme che gettano le basi per un autentico rilancio del nostro territorio. Con lo statuto, votato da oltre il 98% dei presenti, siamo intervenuti in particolare sul sistema di voto, la rappresentanza per i produttori più piccoli e la valorizzazione della filiera. Con il nuovo disciplinare della Docg, votato da oltre il 93%, abbiamo identifiato univocamente il nostro Metodo Classico con un nome storico e riconoscibile per raccontare una qualità unica, garantita da regole sempre più restrittive. In entrambi i casi si tratta di strumenti essenziali per valorizzare l’Oltrepò Pavese».

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