Miscela

Miscela

Esistono due tipi di miscela: il taglio (coupage per i francesi), cioè la mescolanza di vini diversi per zona d’origine, varietà d’uva o annata di vendemmia, e l’assemblaggio, cioè l’unione di varie partite (cuvée) dello stesso vino, provenienti da parcelle diverse del medesimo territorio. Tutt’e due le operazioni sono state concepite per migliorare la qualità del prodotto finale, e difatti anche il taglio è riconosciuto dalla normativa europea. Ma un’utilizzazione ufficiale spesso truffaldina e una diffusa pratica clandestina hanno reso disonorevole la parola “taglio”. Creando un problema: quali termini può usare un vignaiolo per spiegare com’è fatto il suo vino, se non è di monovitigno? Assemblaggio è inesatto, miscela e mescolanza ricordano troppo il taglio. E allora qualcuno ha cominciato a coniugare il verbo “blendare”, dall’inglese to blend, miscelare. Significa la stessa cosa, però non fa pensare alla truffa. Ma la domanda è: c’è più da vergognarsi a usare la parola “taglio” o un neologismo orribile come “blendato”?


© Riproduzione riservata - 03/03/2011

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