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Sapido
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Aggettivo tra i più usati, in questi ultimi anni, da tutti coloro che scrivono di vino sulle guide, sui giornali, e soprattutto sul web. Che cos’ha di speciale per godere di tanto favore? Arriva dritto dritto dal latino sapidus, quindi da sapere, spiega il dizionario, e vuol dire semplicemente “ricco di sapore”. È perciò un sinonimo di saporoso (che Luigi Veronelli preferiva): in ogni caso si direbbe un termine piuttosto generico, che si può appioppare a qualunque vino non sia del tutto insapore. Però nel linguaggio dei sommelier dell’Ais, informa la guida Duemilavini di Bibenda, sapido è il vino che genera una “netta e gradevole sensazione salina” (diventa invece salato quando la sensazione non è piacevole). Ma allora, sapido è il vino saporoso o quello che sa di sale? Oltre che generico, il termine appare quindi anche ambiguo. Forse va di moda proprio per questo. La degustazione non è una scienza esatta: più è vago il significato delle parole che si usano per descrivere un vino, minore è il rischio d’essere contraddetti.
© Riproduzione riservata - 14/11/2013