9 motivi per essere ottimisti

9 motivi per essere ottimisti

Se Putin non avesse deciso di giocare a Risiko contro l’Ucraina, oggi avremmo 101 motivi per essere felici. Nonostante la guerra, possiamo citare almeno nove notizie che ci consentono di guardare al 2022 con ottimismo.

#1

Sta per alzarsi il sipario sul 54° Vinitaly

Qualcuno lo considera un azzardo, qualcun altro teme che non sarà il Vinitaly di una volta, ma dopo due anni di pausa si è riacceso il più potente motore promozionale dell’Italia vinicola e questa, già di per sé, è un’ottima notizia. È chiaro che, generalmente parlando, stiamo vivendo esperienze differenti rispetto al passato, sia che si tratti di una degustazione sotto casa sia di un grande evento. Il solo fatto di poter incontrare migliaia di professionisti, anche fossero numericamente la metà rispetto al 2019, è qualcosa di straordinario. Abbiamo bisogno di ripartire, di tornare a incontrarci, perché il vino è condivisione e cultura, e senza questi elementi potremmo naufragare, come abbiamo rischiato e con ciò veniamo al secondo punto.

#2

Siamo riusciti ad arginare il Beating Cancer Plan in Commissione Europea

Una delle argomentazioni ideologiche più forti (vedi sopra) ha riguardato l’essenza stessa del vino, che per noi europei non è solo e squallidamente “alcol”, ma tradizione, cultura, uno stile di vita sano. E non ci dilunghiamo, dato che questo numero della rivista è interamente dedicato al rapporto tra il vino e il nostro benessere.

#3

La ristorazione è ripartita

L’allentamento delle restrizioni darà un’ulteriore spinta un fenomeno evidente: la voglia di tornare a socializzare all’esterno. Inoltre, stanno tornando gli stranieri, dato che abbiamo allentato le misure di contenimento degli ingressi turistici. Si prospetta una buona estate, al netto delle assenze russe. Il comparto del “fuori casa” potrebbe tornare ai valori del 2019.

#4

Il commercio internazionale non ha subito sostanziali cedimenti

Anzi le esportazioni italiane nel biennio sono aumentate, anche in valore. Si osserva che, se verso Russia, Ucraina e dintorni è tutto fermo, esiste un resto del mondo che – essendo in fase di ripresa dopo il mal comune della pandemia – ha ricominciato come noi a vivere e, dopo aver acquistato vino per il consumo domestico in pandemia, ora lo consuma fuori. Ecco, quindi, che dagli Stati Uniti o dalla Cina, dal Sudamerica o dall’Inghilterra non si arrestano, anzi crescono, le importazioni e l’Italia mantiene la sua leadership nonostante qualche incremento nei listini.

#5

Siamo sempre più sostenibili

L’Italia è leader nelle produzioni biologiche e la maggior parte delle aziende sta attuando politiche concrete di sostenibilità, cavalcando la tendenza internazionale. Alcune stanno redigendo anche bilanci di sostenibilità di ottima fattura.

#6

L’autorevolezza italiana torna a farsi sentire

Il nostro Paese, tra i principali produttori vinicoli del mondo, ha sempre avuto voce in capitolo negli organismi internazionali. Però raramente, come oggi, abbiamo visto i nostri connazionali nei punti nevralgici: attualmente è italiana e la presidenza dell’Oiv, quella dell’unione internazionale degli enologi, e da pochi mesi abbiamo anche un primo Master of Wine italiano, rimediando a un vuoto che non ci vedeva rappresentati nel più prestigioso club mondiale di professionisti di vino.

#7

Rinasce l’enoturismo

La riapertura delle cantine al pubblico sta avvenendo sotto il segno di un rinnovato enoturismo, 3.0 per così dire. Le aziende vinicole, dopo un primo ventennio di tentativi ed errori, hanno finalmente modo, utilizzando tecniche e software adeguati, di rafforzare il rapporto con il cliente finale.

#8

Il potenziale di relazione dell’e-commerce

A proposito di disintermediazione, le cantine oggi affrontano anche una fase di maturità dell’e-commerce, sia diretto attraverso la propria vetrina aziendale sia indiretto sulle principali piattaforme. È un capitolo delicato, da interpretare con cura, ma apre certamente notevoli potenzialità di relazione, pur tenendo conto che il vino difficilmente potrà vivere solo “on line” né potrà ignorare l’intermediazione, complessa e virtuosa se ben gestita, verso la ristorazione e i rivenditori.

#9

Nuove prospettive in Gdo

La pandemia ha infine aperto a nuovi orizzonti nella grande distribuzione per i consumatori e per le imprese. Banalmente, il vino al supermercato è sempre migliore, come ci raccontano i buyer intervenuti al nostro evento milanese Simply the Best. Molte Cantine guardavano con diffidenza alle grandi catene, spesso ree (o a dirla tutte corree) di svilire i prodotti con pesanti promozioni, o di far leva sulla propria potenza per taglieggiare i fornitori. Oggi la professionalità delle maggior parte dei buyer e la maggior conoscenza delle dinamiche commerciali dei fornitori hanno innescato una dinamica virtuosa, tale per cui essere sullo scaffale del super non esclude una presenza in enoteca.

Certamente esisterà anche un decimo motivo per essere ottimisti, o potremmo suddividere uno dei punti precedenti in due e arrivare a dieci, ma poco importa. Ciò che conta è realizzare che per il vino italiano le prospettive sono buone. È evidente che tutto può succedere e vi sono anche notevoli preoccupazioni oltre alle belle speranze (in primis la dinamica inflazionistica), ma ci piace presentarci al primo grande appuntamento enologico italiano dopo due anni di paura e sofferenza alzando nove calici mezzi pieni.

Foto di apertura: © P. Conlan – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 04/04/2022

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