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Nasce il Chianti (non Classico) Gran Selezione: e la guerra continua

15 Novembre 2019 Aldo Fiordelli
Nasce il Chianti (non Classico) Gran Selezione: e la guerra continua

Il Consorzio Vino Chianti ha annunciato una modifica al disciplinare di produzione, che punta a ottenere un Chianti Gran Selezione. E la confusione con il Chianti Classico (che usa la Gran Selezione dal 2014) rischia di trasformarsi in caos.

In Toscana ci sono due Chianti, quello del vino “fatto all’uso del Chianti” e quello del Classico del Gallo Nero. Il primo è il Chianti Docg che va da Vinci ad Arezzo, attraversando la Valdarno e spingendosi fino a buona parte della provincia di Siena, il secondo è il Chianti Classico Docg, il vino prodotto nella regione del Chianti. La distinzione non è quasi mai facile, ma da quando la scorsa settimana il Consorzio del Chianti ha annunciato di voler produrre una “Gran Selezione” che il Chianti Classico usa dal 2014, la confusione rischia di trasformarsi nel caos e in una guerra per riportare l’ordine. Una confusione “atavica” per usare l’espressione di uno dei soci di entrambi i consorzi.

Venerdì l’assemblea dei soci del Consorzio Chianti ha approvato la proposta di modifica al disciplinare di produzione che punta a ottenere un Chianti Gran Selezione al top della piramide qualitativa. Vietato il fiasco, alcol minimo 13 gradi (a differenza dei 12 del Chianti base) e invecchiamento di almeno 30 mesi.

Buone le intenzioni, ma così aumenta la confusione

«L’iter di approvazione del nuovo disciplinare durerà circa due anni», spiega il direttore del Consorzio Marco Alessandro Bani, «ma si chiederà che il provvedimento abbia efficacia retroattiva: per questo motivo, chi vorrà potrà iniziare già adesso a produrre Chianti con i criteri dettati per la Gran Selezione». Una modifica all’insegna della qualità. Se non fosse che il Chianti Classico, già dal 2014 usa la dicitura Gran Selezione. Nata per sottolineare il vertice della qualità dei vini, serviva nelle intenzioni anche a distinguere maggiormente il Gallo Nero dal Chianti. Oggi la confusione rischia di aumentare anziché diminuire tra i due vini.

Alessandro Bani, presidente del Consorzio del Chianti

La reazione del Gallo Nero

La notizia, stamattina, ha scatenato il Gallo Nero. Un solitamente diplomatico presidente Giovanni Manetti ha così commentato da Londra: «Faremo netta opposizione alla proposta di Chianti Gran Selezione in tutte le sedi istituzionali. Abbiamo subito un attacco frontale, che rischia di mettere a repentaglio il percorso di collaborazione da tempo avviato dal comparto viticolo toscano, fortemente sostenuto ed incentivato anche dalla Regione, che ci ha visti fino ad oggi protagonisti partecipi e attivi». Un segnale anche indiretto a tutti i protagonisti della filiera. “La scelta del Consorzio Vino Chianti”, recita un comunicato del Chianti Classico, “ci trova nettamente contrari ma soprattutto increduli perché volto a una strategia di gestione a nostro parere non costruttiva e assolutamente priva di idee innovative ed originali”.

Giovanni Manetti, presidente del Consorzio del Chianti Classico

Forse andava chiesta l’esclusiva nel 2014

Il Chianti, pure restando nei propri limiti di legge, chiede una Gran Selezione con la quale il Chianti Classico è presente sul mercato dal 2014 e in aumento all’interno del Gallo Nero per il successo riscontrato. Fu l’allora direttore Giuseppe Liberatore a portare avanti il progetto col ministero e fra i consorziati c’è chi oggi recrimina sul non aver chiesto un’esclusiva.

Nasce la sottozona Chianti Terre di Vinci

Tra le novità del consiglio di venerdì, il Chianti ha anche approvato una sottozona Chianti Terre di Vinci, relativa ai territori dove già si produce vino Chianti Docg, compresi nel comune di Vinci e Capraia e Limite – al di fuori della sottozona già ricompresa nel Chianti Montalbano – e nei comuni di Cerreto Guidi e Fucecchio. Una notizia positiva per Banfi che ha acquistato un’azienda cinque anni fa nella zona. L’ad di Banfi Enrico Viglierchio commenta con soddisfazione la nuova sottozona, ma anche lui conferma i rischi di “confusione tra Chianti e Chianti Classico” con la ipotesi di una nuova Gran Selezione, benché teoricamente utilizzabile da qualsiasi denominazione. Se si aspettava una goccia per far traboccare il vaso dei rapporti tra Chianti e Chianti Classico, è arrivato un piccolo tsunami.

Foto di apertura: Pixabay

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