La città internazionale del vino a Pechino

La città internazionale del vino a Pechino

Sta sorgendo intorno al lago Qinglong, poco distante da Pechino, quella che i cinesi hanno indicato come “la città internazionale del vino”. Da alcuni anni, infatti, è in avanzata fase di realizzazione nella regione di Funhill un progetto che definire ambizioso è riduttivo, finanziato a livello governativo e destinato a diventare un enorme polo di attrazione enoturistica oltreché produttiva.

Map of Funhill wine regionGli châteaux di Funhill

I cinesi, come si sa, quando si mettono in testa di realizzare una cosa non hanno mezze misure. Ed ecco che l’area prescelta, nel distretto di Fangshan-Beijing, un tempo zona industriale con impianti anche carboniferi, sta riconvertendosi in un’area vitivinicola ad orientamento biologico. Si tratta di alcune centinaia di migliaia di ettari di superficie che ospiteranno alla fine oltre 30 aziende vinicole, 25 delle quali sono già impegnate nella produzione di vini a base principalmente di Cabernet Sauvignon e Franc, Syrah, Merlot e Chardonnay. Secondo un progetto ancora più ampio si parla addirittura di creare ben 64 châteaux, per metà dei quali nello stesso distretto di Fangshan. Mutuando dalla tradizione francese (la Cina ha da tempo relazioni privilegiate nel settore vitivinicolo proprio con la Francia), infatti, anche le cantine di Funhill hanno preso il nome di châteaux, costruendo come sedi aziendali veri e propri castelli.

050516-1053lowSulla stessa latitudine di Bordeaux

Al momento sono impiantati soltanto circa 1.500 ettari di vigne destinati però a moltiplicarsi in breve tempo. Un altro aspetto interessante del progetto è che per la vinificazione sono utilizzate solo uve biologiche e solo quelle coltivate in loco, con una resa massima di 75 quintali/ettaro. A detta dei responsabili del progetto, che è stato presentato di recente durante il Concours Mondial de Bruxelles tenutosi nella città bulgara di Plovdiv, la regione di Funhill, a circa 30 chilometri a sud-ovest dal centro di Pechino, presenta condizioni molto favorevoli per una viticoltura di qualità. Stessa latitudine di Bordeaux, forti escursioni termiche tra giorno e notte, ampio soleggiamento, suoli molto minerali, e così via. Del resto già in questi ultimi anni alcune cantine locali hanno ottenuto importanti premi nei concorsi internazionali.

I vini della “via della seta”

Ed è proprio nel distretto di Fangshan-Beijing che a metà ottobre si terrà il 1° Forum-Tasting dal titolo “Asian Wine & Spirits – The Silk Route”. “Sarà la prima volta che l’Asia nel suo complesso mostrerà ciò che è capace di fare”, ha spiegato Baudouin Havaux della società belga Vinopres, colui che ha suggerito alla controparte cinese di organizzare questo evento al quale sono stati invitati esperti occidentali e asiatici dei Paesi che si trovano lungo la “via della seta” tracciata da Marco Polo. E’ questa l’occasione per riunire, anche in un piccolo concorso a loro riservato, i vini e i liquori di tanti Paesi asiatici, dalla Turchia al Giappone, passando dal Libano alla Russia, fino all’Indonesia e alle Filippine. Conferenze, masterclass ed eventi vari fanno parte del programma. L’obiettivo degli organizzatori è insomma di fornire finalmente una piattaforma di informazioni sul pianeta Cina oltre che promuovere un dialogo tra tutti i Paesi interessati.

Alcuni dati conclusiviIMG_6895

Occorre sottolineare come la Cina possieda attualmente circa 570 mila ettari di vigneti (l’Asia in totale ne conta 1,6 milioni di ettari, il 21,9% della superficie mondiale), è il quinto Paese produttore di vino, il primo consumatore di vino rosso (dal 2007 al 2013 l’incremento è stato del 175%) e secondo l’IWSR il consumo dal 2013 al 2017 dovrebbe aumentare del 33,8%. Quanto ai superalcolici, i Paesi asiatici sono notoriamente grandi produttori: la Cina con il baijiu (12 miliardi di litri/anno) rappresenta il 40% in volume degli spiriti prodotti nel mondo; l’India possiede 7 della 10 maggiori marche di whisky; le Filippine producono il brandy più venduto nel mondo; la Corea del Sud ha nel Jinro soju la marca numero uno di alcolici nel mondo (700 milioni di bottiglie).

Tag: , , , , , ,

© Riproduzione riservata - 13/05/2016

Leggi anche ...

La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino
Senza confini
La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino

Leggi tutto

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto