Uno strano Vinitaly senza di lui

Uno strano Vinitaly senza di lui

E così se n’è andato, alle porte del “suo” Vinitaly. Non avremmo mai neppure potuto concepire di partire per Verona senza Pino Khail, che della fiera era considerato quasi “cofondatore”; aveva animato le più belle edizioni con eventi e proposte vulcaniche, dalla Golden Bottle (referendum mondiale), all’elezione dei Vini Mito, sino ai recenti super tasting per 200 persone: “Dodici bianchi immortali”, “Le Blue Chips” o l’ultimo, pensato insieme, ma condotto in solitaria, “I Pionieri del Made in Italy”.
Se n’è andato all’alba del 29 marzo, pochi giorni prima del Vinitaly. Non avrebbe potuto seguire la fiera dal letto, dov’era costretto da qualche settimana. Era un uomo di pensiero e d’azione, ponderava i dettagli e le conseguenze di ogni mossa, fino al puntiglio, perché alla fine ciò che per lui contava era il risultato.
Naturalmente, anche il Vinitaly ha sentito la sua mancanza, con ciò intendiamo i professionisti che avevano percorso con lui un pezzo importante della propria vita. Lo ha ricordato in primis il presidente di Veronafiere nel suo discorso inaugurale, al cospetto di due ministri, del presidente della Regione, della Provincia e del sindaco di Verona.
Ci siamo commossi in tanti durante il nostro evento, che ha visto protagonisti 12 leader dell’imprenditoria vitivinicola italiana. In particolare all’inizio, quando l’hanno ricordato Piero Antinori e il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani. E durante il gala del Comitato Grandi Cru d’Italia, il Gotha del vino gli ha tributato un interminabile applauso e una standing-ovation.
Ora però Pino Khail non c’è più. Resta la sua creatura preferita, Civiltà del bere, che seguì con passione e dedizione per 37 anni. Ha passato il testimone assicurandosi che venissero rispettate le fondamenta di equilibrio, buon senso, critica costruttiva e soprattutto valorizzazione del grandioso lavoro portato quotidianamente avanti dai migliori vitivinicoltori italiani e dalle tante persone impegnate in questo mondo. Ci ha lasciato un’eredità difficile. Ne parlavamo spesso: le tecniche di comunicazione si stanno rivoluzionando, il business del vino corre i pericoli della troppa improvvisazione e delle difficoltà economiche… La bussola sembra impazzita.
Proprio per questo la missione non è per nulla esaurita ma, anzi, se possibile sono aumentati gli stimoli a tenere saldo il timone e proseguire sulla strada segnata nel 1974 da Pino Khail. È infatti sempre più evidente quel divario che allora cominciava a palesarsi nell’emisfero del vino di qualità, tra i produttori seri, costanti, e i falsi profeti dal marketing facile.
Proprio ieri, sfogliando i primi numeri della rivista ci ha colpito un annuncio pubblicitario, datato novembre 1975. C’era la crisi (l’attuale non è certo la prima della storia) e su campo bianco campeggiava un testo nudo e crudo: “COMUNICATO ALLA NOSTRA CLIENTELA. La congiuntura che stiamo attraversando provoca, anche e soprattutto nel nostro settore, assurde incongruenze di prezzo che arrecano disagi e disorientamento ai clienti ed ai consumatori. Per parte nostra teniamo a chiarire in maniera categorica che la nostra Casa, in linea con la sua secolare serietà commerciale e soprattutto allo scopo di tutelare moralmente ed economicamente la sua clientela, non intende allinearsi con la dilagante politica ribassista che tanta confusione sta creando sul mercato. Per questo motivo i nostri clienti, come nel recente passato non hanno dovuto subire aumenti esagerati dei nostri prezzi, così anche oggi non devono temere da parte nostra azioni commerciali tendenti a diminuire il prezzo dei nostri listini e quindi anche il valore dei nostri prodotti a tutto danno di chi li detenga. Fattorie dei Marchesi L. e P. Antinori”. Sembra scritto oggi. Potrebbe essere il nostro editoriale.

Vedi anche il post Il ricordo di Pino Khail

Tag: ,

© Riproduzione riservata - 31/05/2011

Leggi anche ...

I 10 errori da evitare (e che ho commesso) per diventare Master of Wine
I commenti di Alessandro Torcoli
I 10 errori da evitare (e che ho commesso) per diventare Master of Wine

Leggi tutto

50 anni di Civiltà del bere. Protagonisti per una volta ancora
I commenti di Alessandro Torcoli
50 anni di Civiltà del bere. Protagonisti per una volta ancora

Leggi tutto

Abbattiamo il Tafazzi che è in noi
I commenti di Alessandro Torcoli
Abbattiamo il Tafazzi che è in noi

Leggi tutto