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Torna a vivere “La Bottega del vino” di Verona grazie alle Famiglie dell’Amarone e Riseria Ferron

11 Marzo 2011 Elena Erlicher
Le 12 Famiglie dell’Amarone e Riseria Ferron riconsegnano a Verona e ai suoi abitanti uno dei locali simbolo della città scaligera, la Bottega del vino. Giovedì 10 marzo, nella sala dalle alte pareti affrescate e tappezzate di bottiglie erano riuniti tutti i nuovi proprietari per la riapertura ufficiale del locale: le famiglie Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini e Zenato con Gabriele Ferron. La Bottega, vero tempio del vino con alle spalle un passato di oltre 150 anni di storia e illustri frequentazioni, l’estate scorsa al termine di un conflitto giudiziario tra i precedenti soci proprietari (Severino Barzan e Giovanni Pascucci) era stata chiusa e affidata a un curatore fallimentare. Ora, grazie all’iniziativa dell’associazione Le 12 Famiglie dell’Amarone d’Arte, che ha acquisito una quota del 60%, e della Riseria artigianale Ferron, con il 40%, “la botega” - così è chiamata affettuosamente dai veronesi - potrà tornare a essere un punto di riferimento nella ristorazione scaligera e nazionale. «Questa non è un’operazione da cui ci aspettiamo per forza un ritorno economico», ha precisato in veste di presidente della Bottega del vino Srl Franco Allegrini, che insieme a Dario Tommasi si sono presi a cuore e hanno seguito in prima persona tutte le fasi del progetto. «Le Famiglie dell’Amarone sono nate con lo scopo di difendere l’eccellenza del vino simbolo della Valpolicella. L’acquisizione della Bottega si sposa con i nostri obiettivi che mirano sempre a tutelare e valorizzare la qualità del prodotto offerto». La gestione del locale è stata affidata all’esperto chef Stefano Sganzerla, già titolare di un’altra perla della ristorazione veronese, Il Pompiere. Sarà lui a servire oltre ai classici, come il risotto all’Amarone, la pastissada de caval e pasta e fasoi, anche nuove proposte gastronomiche ma sempre nel segno della tradizione e nel rispetto della stagionalità delle materie prime. Alcune novità saranno: la costruzione di un laboratorio esterno per le paste fresche e la pasticceria (date le ridotte dimensioni della cucina) nello spazio adiacente alla Bottega, dove una volta si vendevano le bottiglie al minuto; alcune lavagnette poste all’interno della sala che riportano il menu; la proposta al calice degli Amaroni della settimana, che vedrà alternarsi le Cantine proprietarie. Last but not least, nuove etichette entreranno a far parte della “collezione” della cantina e si affiancheranno, per esempio, a quelle firmate da Picasso e Mirò di Château Mouton Rothschild o all’Acinatico di Bertani del 1928 («ancora in condizioni ottimali», assicura Franco Allegrini). Un’ultima curiosità: a custodire “simbolicamente” questo tesoro enologico sarà lo stesso ex-proprietario e anima del locale Severino Barzan.

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