Taglio

Taglio

È la mescolanza di un vino con un altro, al fine di ottenerne uno di qualità superiore, spiega il dizionario Veronelli. Ma spesso tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Storicamente, il modello nobile di questa operazione enologica è il taglio bordolese, la miscela di Cabernet e Merlot degli Châteaux francesi, ma la pratica corrente in Italia, in passato, era molto più terra terra: era la correzione di vini esangui ma di buon nome del Centro-nord con robusti vini meridionali, detti appunto “vini da taglio”. La propensione alla miscela occulta, molto popolare allora tra i commercianti vinicoli, è un vizio duro a morire, solo che adesso può essere un reato, come dimostra ciò ch’è successo al Brunello di Montalcino, abusivamente addizionato con vini non ricavati da uve di Sangiovese, contravvenendo a ciò che prescrive il disciplinare. Dev’essere per questo che oggi invece di taglio si preferisce parlare di assemblaggio, che è un termine meno compromesso. Ma invece di cambiare parola non sarebbe meglio dare un taglio alla pratica del taglio clandestino?


© Riproduzione riservata - 15/04/2010

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