Sapore

Sapore

Da quando si sono resi conto che la percezione di ciò che si mette in bocca non si realizza esclusivamente per mezzo del palato, ma ha luogo con l’aiuto determinante dell’olfatto, giornalisti, collaboratori delle guide dei vini, sommelier hanno dedicato ogni attenzione al profumo del vino, trascurandone il sapore. Per definire ciò che avverte il naso hanno inventato un vastissimo lessico facendo ricorso a erbe, fiori, frutta, spezie, minerali, con qualche incursione perfino nel mondo animale. Pure l’analisi visiva hanno arricchito con una miriade di inediti vocaboli (anche l’occhio vuole la sua parte). L’esame gustativo, viceversa, non lo praticano neanche più: l’hanno sostituito con uno più completo e approfondito, quello gusto-
olfattivo. Sarà anche giusto, però quando lo si deve abbinare al cibo bisogna sapere se il vino è dolce, acido, salato o amaro, se è effervescente, quant’è tannico, quant’è alcolico. Tutte caratteristiche per le quali il naso non serve: il vino va bevuto, non aspirato.


© Riproduzione riservata - 16/04/2010

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