Scienze Scienze Riccardo Oldani

Quel cameriere è un robot

Quel cameriere è un robot

Hanno iniziato a farsi vedere in Estremo Oriente e ora, quatti quatti, stanno arrivando in Europa. Sono i robot cameriere, usati nelle sale per far fronte alla carenza di personale, e perfino nelle cucine per automatizzare alcune preparazioni. Ma se in Cina e in Corea del Sud sono già molto diffusi, dalle nostre parti questi aiutanti automatici faticano ad affermarsi. Richiedono manutenzione e assistenza continui e le loro prestazioni sono limitate.

Si chiama Bob e pare sia costato circa 20 mila euro. È un robot dotato di vassoi e capace di muoversi tra tavoli e sedie grazie al suo sistema di navigazione autonoma. In altre parole è un robot cameriere, che ha avuto il suo momento di notorietà lo scorso maggio, quando il Signore & Signori, centralissimo locale di Treviso, ne ha annunciato “l’assunzione” per aiutare il personale in carne e ossa a “correre di meno”. Così almeno ha spiegato il titolare Luca Marton. Finora, però, in Italia e in Europa sono pochi i ristoranti e i bar che cercano di farsi dare una mano dagli automi nel servizio.

Pionieri in Europa

Pioniere nel nostro Paese è probabilmente stato il Parc Hotel di Peschiera del Garda, in provincia di Verona, che ha adottato già nel 2018 un piccolo umanoide in veste di concierge. Accoglie i turisti e fornisce loro notizie sul menu del ristorante, sulla prenotazione dei tavoli, sulle attrazioni della vicina Gardaland, sugli orari dei treni e su altre utilità. Il prodotto scelto è Pepper, di Aldebaran, azienda francese che era stata acquistata dalla giapponese SoftBank e che da qualche tempo è tornata ad essere esclusivamente europea. Pepper è un robottino bianco, alto come un bambino di 7-8 anni, dal volto simpatico e dotato di uno schermo sul petto che consente di scegliere la lingua con cui parlare e di visualizzare informazioni. È assai usato per l’intrattenimento, per la didattica con bambini e ragazzi e come “imbonitore” in negozi, stazioni, banche o dove si debba fare una coda.

La moda arriva dall’Est

In Estremo Oriente il fenomeno dei robot camerieri è invece molto più diffuso, a partire dalla Cina. Un esempio illuminante è il racconto di Guang-Zhong Yang, docente di robotica all’Università di Shanghai e all’Imperial Collage di Londra.
In piena pandemia, rientrato in patria, dovette trascorrere 14 giorni in isolamento in un hotel dove, ha detto, «ho vissuto un’esperienza folgorante, soprattutto per merito di un piccolo robot che mi portava tutti i giorni il cibo in camera. È capace di chiamare l’ascensore, muoversi in autonomia nei corridoi e negli spazi dell’albergo e di chiamarti al telefono quando arriva fuori dalla stanza con il tuo cibo. Soprattutto, in questo periodo in cui i contatti tra le persone devono essere ridotti il più possibile, ha svolto in modo egregio un compito fondamentale: sostituirsi all’uomo per garantire la sicurezza degli ospiti e del personale dell’albergo. Vedendolo in azione mi sono sentito al sicuro, protetto e tutelato».

cameriere robot
Il braccio robotico Kuka utilizzato dal britannico Karakuri, distributore automatico di poké preparati sul momento

Concorrenza cinese

I robot camerieri cinesi, efficienti e a basso costo, stanno anche diventando una preoccupazione. In Corea del Sud, dove si sperimenta una forte carenza di personale nella ristorazione e nell’ospitalità, pare ve ne siano almeno 5 mila in funzione. I produttori locali di robot si sono lamentati di questa invasione di prodotti che costano tra 7.500 e 22.500 dollari, circa un quinto rispetto ai camerieri automatici di produzione coreana. Stanno quindi nascendo formule commerciali come il leasing o l’affitto per far fronte alla concorrenza. Insomma, nel Far East la strada per i robot camerieri sembra spianata, anche a prezzo di qualche fallimento.
In Giappone la catena di hotel Henn Na aveva provato, già dal 2015, ad aprire strutture esclusivamente presidiate da robot nell’area di ricevimento, ma con pessimi risultati, tanto che ha poi dovuto tornare sui suoi passi e dotarsi di personale umano. Il fatto è che i robot hanno ancora grandi limitazioni, sia nel movimento sia nell’autonomia. Spessissimo hanno bisogno di manutenzione o di aggiornamenti del software, quindi l’idea che possano sostituire in toto le persone e operare autonomamente è ancora molto ingenua. In realtà queste macchine richiedono personale specializzato in grado di seguirle e di mantenerle in efficienza, un costo che un ristorante non può permettersi e un servizio che gli attuali distributori non sono in grado di garantire.

Aiuti in cucina

Qualche successo in più sembra invece provenire dalle cucine o nelle preparazioni. MSC Cruises, la compagnia di navigazione proprietaria di alcune tra le navi da crociera più grandi del mondo, ha per esempio adottato un bartender sulla sua nave MSC Virtuosa che presidia un bar del futuro e realizza sul momento cocktail.
Nel Regno Unito è stato lanciato un nuovo concept per la preparazione di poké con l’ausilio di un robot. Si chiama Karakuri e utilizza un braccio Kuka per “cucinare” e assemblare i vari ingredienti. E in Francia sono stati impiegati robot collaborativi Universal Robots per produrre pizze per il marchio Pizza Pazzi, che ha aperto vari punti vendita Oltralpe.
Parliamo comunque di un apporto ancora marginale e, più che altro, scenografico. I robot nei ristoranti e nei bar, in Europa, paiono ancora più una trovata di marketing che un reale supporto alla gestione. Vedremo in futuro, anche perché la carenza di personale nel settore sta assumendo proporzioni preoccupanti. Secondo i dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere- Apal, che analizza da vicino l’andamento del nostro mercato del lavoro, da oggi al 2027 turismo e ristorazione avranno bisogno annualmente di circa 57 mila addetti, mentre le scuole professionali ne formano 49.900. Un gap di oltre 7 mila persone l’anno che in qualche modo bisognerà colmare. Chissà mai che non siano i robot a farlo.

Foto di apertura: un robot collaborativo Universal Robots in azione in uno dei punti vendita Pazzi Pizza, catena francese che utilizza gli automi per produrre le pizze

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© Riproduzione riservata - 25/02/2024

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