Oggi il 60% dei vini del mondo riporta in evidenza il nome della varietà, ma si tratta di una pratica relativamente recente, sistematizzata circa 180 anni fa. Le contemporanee diatribe commerciali, come quella su Prosecco e Montepulciano esplorate dal prof. Mario Fregoni.
Nell’antichità greca il vino si conservava e commercializzava nelle anfore di terracotta, a volte interrate o poste nei ruscelli con acqua corrente fresca. Sono storiche le anfore omeriche di Ulisse, che le offre a Polifemo. Sulle anfore romane era evidente una sorta di etichetta denominata pittacium, contenente tre semplici dati: il nome del produttore, il luogo di produzione (il genius loci) e l’anno di produzione (o il nome del console). Non c’era bisogno di altre informazioni, perché era già una mini Doc.
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