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Il vino che sarà: rossi figli connubio vitigno-territorio secondo Mario Ronco

Il vino che sarà: rossi figli connubio vitigno-territorio secondo Mario Ronco

In futuro sarà fondamentale la presenza dell’enologo in vigna e la sua collaborazione con i tecnici viticoli. Si berranno sia vini semplici, magari a basso contenuto alcolico, sia complessi e longevi come Amarone e Barolo, purché equilibrati. Un’attenzione particolare sarà riservata al momento giusto per il rilascio sul mercato.

L’articolo fa parte della Monografia Il vino che sarà (Civiltà del bere 4/2024)

Quando si pensa al futuro ci si basa sovente quasi esclusivamente sul presente, senza considerare che i cambiamenti spesso potrebbero sorprenderci, soprattutto considerando che si vive in un periodo in velocissima evoluzione. Prevedere quindi scenari nel mondo del vino è complicato e, spesso, fuorviante o decisamente errato. Certamente in questo ambito deve entrare in scena anche l’enorme passato che ci ha condotto sino a qui.
Com’è noto, il vino nasce migliaia di anni fa sul Caucaso; le viti hanno attraversato tempo e spazio per insediarsi in siti divenuti poi famosi, dove i viticoltori hanno selezionato, nei secoli, le varietà più adatte a quel terroir anche attraverso il grande vaglio della fillossera.

La rivoluzione degli ultimi 60 anni

Negli ultimi 60 anni abbiamo attraversato il più grande stravolgimento viticolo-enologico che il mondo del vino potesse immaginare: cambiamenti dovuti all’aumento delle conoscenze, all’evoluzione della tecnologia, all’espansione dei mercati e della relativa necessità di confrontarsi con i gusti di tutto il mondo. In soli 60 anni siamo passati da vino-alimento a vino piacere-cultura del terroir, tutto questo attraverso le tante mode intercorse, dai vini assemblati, legnosi, concentrati, sino alla ricerca della piacevolezza unita a eleganza e raffinatezza. Oggi si verifica, in generale, un rallentamento dei consumi dei vini rossi che però non coinvolge uniformemente tutte le fasce di prezzo ma è dovuto alla differenza del percorso che ogni produttore ha delineato nel corso degli anni.

Un ruolo proattivo in vigna

È difficile fare una previsione realistica di come potranno essere i vini rossi tra 10 anni, piuttosto prevedo come dovrebbe essere l’enologo che li produrrà anzi, che accompagnerà la trasformazione dell’uva nel proprio vino, rispettandone le peculiarità.
La presenza dell’enologo in vigna con atteggiamento proattivo attraverso la collaborazione con tecnici viticoli per seguire e assistere le viti durante il decorso dell’annata vegetativa è indispensabile per ottenere vini che esprimano il territorio, dal carattere unico e personale.  Il cambiamento climatico ci impone con forza di fare scelte per sostenere le viti durante il periodo vegetativo, assecondando l’andamento dell’annata senza imporre dogmi, ma cercando di contrastare eventuali eccessi climatici che la natura può presentare.

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© Riproduzione riservata - 03/01/2025

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