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Pasqua, lo stile è nel terroir

27 Agosto 2020 Civiltà del bere
Pasqua, lo stile è nel terroir

Il legame con il territorio è da sempre al centro della ricerca della Cantina veronese, fondata nel 1925 e oggi presente in 65 mercati internazionali. L’Amarone Famiglia Pasqua nasce dagli appezzamenti vocati di San Felice, Montorio e Mizzole. Mai Dire Mai è l’anima del vigneto Montevegro.

Quando si racconta la Valpolicella, si ricorre spesso all’immagine della mano aperta. Le valli principali, che si sviluppano da nord a sud, sembrano disegnare le cinque dita, mentre la città di Verona ne rappresenta il palmo, o meglio il polso. Ad ovest la Valpolicella confina con il lago di Garda, a est è protetta dai monti Lessini. Il paesaggio, perlopiù collinare, è un affascinante mosaico di microclimi e terroir che il consumatore appassionato ritrova nel calice grazie all’attento lavoro di ricerca e valorizzazione di alcuni produttori.

Pasqua, una vera passione di famiglia

Tra le aziende più impegnate nell’approfondimento del legame territorio-stile c’è Pasqua, attiva dal 1925. Forte di una storia quasi secolare, la Cantina ha saputo consolidare la sua posizione sullo scenario internazionale e oggi è presente in 65 mercati. Alla base del successo c’è “A family passion”, come recita il motto aziendale, ma anche la capacità di equilibrare tradizione e rinnovamento, know-how e apertura alle novità.

Famiglia Pasqua, tre vigneti per un Amarone

Pasqua può contare su un patrimonio inestimabile di vigneti nella Valpolicella orientale. Etichetta portabandiera, l’Amarone della Valpolicella Famiglia Pasqua è prodotto con uve degli appezzamenti di San Felice, Montorio e Mizzole.

San Felice, Mizzole e Montorio

Il vigneto San Felice è stato impiantato nel 1993 nell’omonima località a nordest di Verona. Qui, dal 2007 Pasqua ha spostato la sua sede: una moderna struttura di 20 mila mq che ospita la cantina e gli uffici. Più ad est si trova il vigneto Mizzole, messo a dimora tra il 1980 e il 1990, mentre in località San Roccolo di Montorio sorge il vigneto Montorio, impiantato nel 1985.

Profumi intensi di frutta e cioccolato

I suoli sono argilloso-calcarei di origine alluvionale, con una densità media di 5.000 ceppi per ettaro. L’unione delle uve di Corvina, Rondinella, Corvinone e Negrara regala un Amarone dal bouquet ampio e deciso, con sentori di ribes e ciliegia, cacao, tabacco e vaniglia. Al palato è avvolgente e vellutato, con tannini setosi e retrogusto di marasca.

Mai dire Mai, il cru di Pasqua

E poi c’è l’Amarone Mai Dire Mai, l’ambizioso progetto lanciato nel 2016.
In questo caso le uve Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta sono figlie di un unico, eccezionale vigneto, il Montevegro. Ventitre ettari sulla cima di una collina a 350 m esposta su tutti i fronti, che guarda la Val d’Illasi e la Val di Mezzane, con i monti Lessini alle spalle.

Concentrato e potente

Il terreno basaltico e calcareo dona grande mineralità al vino. Mai Dire Mai è un Amarone concentrato e potente. Al naso aromi di sottobosco, marasca, legno di cedro, cacao e cuoio. Il sorso è caldo e ricco, con note di frutta nera matura, chiodi di garofano, cioccolato fondente e moka. I tannini sono decisi ma eleganti, l’acidità ben presente e il finale persistente.

Realizzato in collaborazione con Pasqua Vigneti e Cantine.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 3/2020. Acquista

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