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New Merlot, quattro grandi debuttanti

New Merlot, quattro grandi debuttanti

New Merlot – La rivincita del piacere. Questo il titolo della degustazione, organizzata con la collaborazione della nostra rivista, che si è svolta nella magnifica Sala Grande del castello del Buonconsiglio di Trento lo scorso 23 ottobre nell’ambito di MondoMerlot, la manifestazione dedicata al grande vitigno ormai giunta alla sua 11° edizione.

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La tavola dei prestigiosi relatori. Da sinistra: Silvia Maestrelli, Paolo Marzotto, Cesare Pillon (moderatore), Tancredi Biondi Santi e Francesco Venerini

Quattro grandi produttori hanno presentato la nascita di altrettanti capolavori ottenuti usando uve di Merlot: due in anteprima assoluta mondiale e due che hanno debuttato recentemente. Si tratta di Silvia Maestrelli di Villa Petriolo che ha portato in scena il suo Serberto, Igt Toscana 2008, Francesco Venerini, agronomo di Roberto Cristoforetti della Urlari con il neonato L’Urlo, Igt Toscana 2008, il giovane e debuttante Tancredi Biondi Santi, il figlio di Jacopo Biondi Santi che ha presentato l’altrettanto debuttante Morione, Igt Toscana 2006 del Castello di Montepò, e il conte Paolo Marzotto con Salici, Igt Sicilia 2006 di Baglio di Pianetto.

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Cesare Pillon ha condotto la degustazione New Merlot

La degustazione, guidata dal giornalista Cesare Pillon, ha messo in luce le caratteristiche di questi prodotti puntando l’attenzione soprattutto sul fatto che quattro imprenditori con radici storiche nel mondo del vino, hanno deciso solo ora di investire nel Merlot; un ulteriore segno di come questo vitigno sia al centro degli interessi dei vignaioli. «Il motivo per il quale siamo qui oggi è che quattro importanti produttori di vino hanno scelto questo prestigioso palcoscenico per presentare le loro ambiziose interpretazioni del Merlot», ha detto Pillon. «MondoMerlot è una manifestazione che concentrandosi  su un vitigno internazionale, ha il coraggio di andare controcorrente rispetto a quello che nel mondo del vino italiano è diventato ormai un tormentone, anche se è partito da un’esigenza condivisa da tutti: la valorizzazione delle varietà autoctone. MondoMerlot mette a confronto i vini prodotti con lo stesso vitigno in regioni diverse esaltando l’importanza essenziale del territorio. Il Merlot è quello che a Roma dicono “piacione”, è un vino che piace sempre e a tutti, perfino quando non è di qualità eccelsa. La sua piacevolezza è stata un handicap: le uve vengono coltivate nei fondi valle, in terreni inadatti badando a sfruttare la generosità del vitigno per ricavarne rese eccessive. Poi d’improvviso il Merlot è diventato vino di culto. Che cosa è successo? Io ho un’idea. Non vorrei esser preso per blasfemo, ma sono convinto che ci abbia pensato il dio Bacco che mezzo secolo fa, è andato nel Pomerol, ha preso il miglior Merlot che ha trovato e gli ha detto: “Tu sei Pétrus e su questa pietra costruirò il mito del Merlot”. E così è stato. Da allora tutti i Merlot del mondo hanno fatto il salto di qualità. E oggi abbiamo la possibilità di assaggiare i Merlot di quattro produttori che non hanno avuto timore di raccogliere una sfida che si disputerà sul mercato globale».

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Silvia Maestrelli ha presentato Serberto 2008

E allora addentriamoci nella faccenda e veniamo al dunque, ai vini. Il Merlot in purezza di Silvia Maestrelli, Serberto, nasce sulle colline di origine pliocenica della Tenuta di Cerreto Guidi, 14 ettari a una quarantina di chilometri da Firenze. I terreni sabbiosi, sciolti e argillosi consentono di produrre uve che danno vita a un vino espressivo. Nella Tenuta si produce Merlot dal 1990, ma solo recentemente si è deciso di vinificarlo in purezza. «La prima annata, il 2008, uscirà sul mercato prima di Natale. Solo 1.500 bottiglie delle quali la metà è già stata riservata al mercato francese. Abbiamo chiamato questo Merlot Serberto in onore a mio marito Roberto e usando la parla “ser” che era l’appellativo dato agli uomini nel Rinascimento», ha spiegato Silvia Maestrelli. A ruota il suo agronomo Federico Curtaz: «Ci piace definirci “studenti” del Merlot in purezza. Abbiamo visto che il nostro vigneto era cresciuto e abbiamo voluto dargli una possibilità soprattutto perché nei nostri terreni sabbiosi il Merlot guadagna eleganza e finezza. Lo abbiamo vinificato in vasche di cemento e gli abbiamo lasciato svolgere la malolattica in legno e lo abbiamo lasciato riposare 15 mesi; poi c’è stato ancora un passaggio in cemento per qualche mese. Darà i suoi profumi migliori la prossima primavera, è ancora giovane». Serberto costa circa 25 euro al pubblico.

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Francesco Venerini, agronomo di Urlari con L'Urlo 2008

Roberto Cristoforetti, produttore di vino di origini trentine, ma anche uomo impegnato nel mondo dello sci, non era presente proprio per un impegno internazionale sulle piste dell’Austria. Lo ha sostituito Francesco Venerini, l’agronomo di Urlari, la sua tenuta pisana, 10 ettari un tempo a pascolo nel comune di Riparbella affacciati al Tirreno e alle isole dell’arcipelago toscano. «Il Merlot cresce in terreni vergini che un tempo erano pascoli. E qui, le uve che poi danno vita al nostro L’Urlo e che provengono da un vigneto giovane, maturano splendidamente. Il legno dona il caratteristico profumo dal finale aperto dove si sentono note di frutta fresca e ben matura», ha detto specificando il costo della bottiglia, circa 22 euro.

E ha scelto il Merlot anche un barone dell’enologia italiana come Jacopo Biondi Santi. Il giovanissimo figlio, Tancredi, ha presentato l’esordio della prima annata, la 2006, di Morione. Anche questo vino, come tutti quelli del Castello di Montepò, è frutto di un attentissimo studio di microzonazione che ha portato alla selezione di un clone di Merlot francese dalle grandi potenzialità.

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Tancredi Biondi Santi e il Morione 2006

«Morione è il vino simbolo della volontà della mia famiglia di seguire le tradizioni, ma anche di diversificarsi e sperimentare. La prima annata di Morione vendemmia 2006 esce in 7 mila esemplari, una produzione già abbastanza alta perché i vigneti di Montepò lavorano a pieno regime. Si presenta con un colore rubino molto intenso e con un grande tatto in bocca. Il prezzo di partenza è un po’ diverso rispetto agli altri. Il nostro vino esce dalla cantina a 170 euro. Ma bisogna inquadrare la situazione. Il Merlot può essere semplice e rotondo, ma noi abbiamo cercato di presentare un’etichetta elitaria, un Merlot particolare che nasce da uno studio approfondito».

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Paolo Marzotto con il Salici 2006 di Baglio di Pianetto

Scendiamo dalla Toscana alla Sicilia con Paolo Marzotto e con il Merlot che proviene da Baglio di Pianetto. Salici nasce dai vigneti poco distanti da Palermo ad altitudini insolite per l’isola, tra i 550 e i 600 metri sopra il livello del mare. Circa 12 mila bottiglie che provengono da vigneti con basse rese per ettaro e una meticolosa selezione in pianta. «Quando scelsi di fare vino in Sicilia un amico americano mi disse: “Si può diventare milionari facendo vino, basta partire da miliardari”», esordisce con lo humor che lo contraddistingue Paolo Marzotto. «Ho pensato che un Merlot che nasce in Sicilia ha diritto alla cittadinanza onoraria anche se alloctono. Nel 1999 ho piantato 9 ettari a Merlot, 2 a Viognier e 3,4 a Petit Verdot. E poi ho deciso di fare Merlot. I terreni sono straordinari con sorprendenti variazioni di temperatura. Oggi presento il Merlot 2006 da piante adulte che hanno più di sette anni. Invecchia in barrique di Allier nuove e di secondo e terzo passaggio e poi va in fusti di acciaio e vetro». E quando gli viene chiesto il prezzo risponde: «Io sono veneto e sono tirchio: non compro ad esempio vino francese, me lo faccio regalare. E per questo penso anche agli altri come me e quindi il mio Merlot costa circa 15 euro in enoteca. Non si può approfittare troppo della gola degli individui perché alla gola non si comanda!»

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© Riproduzione riservata - 15/11/2010

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