Moscato d’Asti

Moscato d’Asti

Il successo del Moscato d’Asti ha dimensioni inquietanti: fino a quattro anni fa era un prodotto d’autore che non arrivava neanche a 10 milioni di bottiglie, oggi se ne producono 25 milioni, 11 dei quali assorbiti dagli Stati Uniti dove la sua esportazione, nell’ultimo anno, ha fatto un balzo del 46%. Perché inquieta, questo trionfo? Perché l’aumento delle bottiglie vendute è stato ottenuto grazie (anche) al calo del loro prezzo medio. E poiché il prezzo delle uve che sono all’origine del vino è invece aumentato, è logico dedurne che la qualità media del Moscato prodotto sia pericolosamente in calo. Fenomeno, questo, pressoché inevitabile nel momento in cui sulla sua produzione si sono fiondati molti produttori di Asti spumante, accortisi che il loro mercato (75 milioni di bottiglie) cresce solo del 4% all’anno, mentre quello del Moscato si espande al ritmo del 25%. Ma la battaglia dei prezzi che hanno scatenato rischia di compromettere la qualità, che è stata finora il motore di crescita del Moscato. Non c’è da farsi venire la mosca al naso?

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© Riproduzione riservata - 05/03/2012

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