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Lamborghini: dalla Miura al Campoleone

5 Settembre 2012 Roger Sesto
Annate storiche di vini mitici (17): Umbria II parte La tenuta è posta tra il versante sud del Lago Trasimeno e il borgo di Panicale; al confine fra Umbria e Toscana. Fu acquistata da Ferruccio Lamborghini, innamoratosi di questo territorio, nei primi anni Settanta, quando lasciò la sua attività di costruttore per tornare alle sue radici contadine. Oggi il podere si estende su 100 ettari, 32 dei quali vitati: i restanti ospitano il campo da golf e l’agriturismo. All'inizio si impiantarono diverse varietà, rosse e bianche: il classico Sangiovese, il Ciliegiolo, e vitigni internazionali desueti per l'epoca: Merlot e Cabernet Sauvignon. SANGIOVESE E MERLOT-Scomparso Ferruccio, a metà anni Novanta è subentrata la figlia Patrizia, decisa a dar seguito alle ambizioni paterne di produrre vini di qualità. Il suo ingresso in azienda è coinciso con un graduale reimpianto, a discapito delle varietà bianche e a beneficio di Sangiovese e Merlot. Oggi i nuovi vigneti si estendono per oltre 19 ettari, ma il programma aziendale prevede un cambiamento che coinvolgerà l’intera superficie vitata, con alte densità e l'impiego di cloni selezionati. Questa operazione di rinnovamento ha consentito, a partire dal 1997, il varo di nuovi rossi moderni, fra i quali lo strutturato, elegante, armonico e longevo Campoleone, paritario blend di Sangiovese e Merlot. «Abbiamo sempre pensato», ci spiega Patrizia Lamborghini, «che il Campoleone, nato come vino da invecchiamento, fosse la nostra referenza di punta, e così in effetti è stato. Il segreto della sua capacità di evolvere a lungo sta tutto nel terroir vocato, nella vigna di impostazione moderna e razionale, nella ricerca clonale ad hoc, e nel lavoro in cantina condotto con tecniche non invasive e tese a valorizzare l'integrità delle uve». Gestite un archivio storico di questo vino? «Tutte le annate migliori vengono accantonate dal nostro consulente Riccardo Cotarella. Tra le annate che ci stanno dando più soddisfazione, spicca la 1997, millesimo d'esordio del Campoleone. Fantastica vendemmia è stata poi la 2001, il cui clima ci permise di produrre un vino di eccezionale armonia, davvero capace di sfidare gli anni. Altra edizione da ricordare la 2004, forse meno appariscente delle due precedenti, ma dotata di grande equilibrio, finezza e capacità di migliorare con gli anni».

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