In Italia In Italia Alessandro Torcoli

Il Top delle Guide Vini 2010

Il Top delle Guide Vini 2010

Per la prima volta in vetta due spumanti, che annunciano una sfida tra Franciacorta e Trentodoc. Nel complesso la Toscana batte il Piemonte. La diaspora dei vini bianchi

8 vini hanno ottenuto la citazione d’eccellenza su tutte le 5 Guide:

  • Campania: Montevetrano Montevetrano, Igt Colli di Salerno Rosso 2007
  • Lombardia: Ca’ del Bosco Cuvée Annamaria Clementi, Franciacorta Docg 2002
  • Marche: Oasi degli Angeli Kurni, Igt Marche Rosso 2007
  • Sardegna: Cantina Santadi Terre Brune, Carignano del Sulcis Superiore Doc 2005
  • Toscana: Antinori Solaia, Igt Toscana Rosso 2006; San Guido Sassicaia, Bolgheri Sassicaia Doc 2006
  • Trentino-Alto Adige: Cantina Tramin Terminum, Gewürztraminer Alto Adige Vendemmia tardiva Doc 2007

12 vini hanno ottenuto la citazione d’eccellenza su 4 delle 5 Guide

  • Campania: Galardi Terra di Lavoro, Igt Roccamonfina Rosso 2007
  • Lombardia: Bellavista Riserva Vittorio Moretti, Franciacorta Extra Brut Docg 2002
  • Marche: Velenosi Ercole Roggio del Filare, Rosso Piceno Superiore Doc 2006
  • Piemonte: Conterno Giacomo Cascina Francia, Barolo Docg 2005; Gaja Sorì San Lorenzo, Nebbiolo Langhe Doc 2006; Gaja Sorì Tildìn, Nebbiolo Langhe Doc 2006; Giacosa Bruno Le Rocche del Falletto di Serralunga d’Alba, Barolo Docg 2005
  • Toscana: Ornellaia Masseto, Igt Toscana 2006
  • Trentino-Alto Adige: Cantina Tramin Nussbaumer, Gewürztraminer Alto Adige Doc 2008
  • Umbria: Caprai Arnaldo 25 anni, Montefalco Sagrantino Docg 2006; Falesco Montiano, Igt Lazio 2007; Lungarotti Rubesco Vigna Monticchio, Torgiano Rosso Riserva Docg 2005

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È l’anno della Toscana e del millesimo 2006 che conferma le doti eccezionali vantate a fine vendemmia. Non a caso ai vertici, con i massimi voti, si trovano Solaia e Sassicaia di questa grande annata che ha “siglato” anche altri vini pluridecorati, per lo più celebri SuperTuscans e una manciata di Brunelli.
I cosiddetti “vini dell’eccellenza”, cioè quelli premiati da tutte le cinque principali guide enologiche da noi analizzate nel compilare questo vademecum, sono otto, una cifra che si pone nella norma degli ultimi dieci anni. E sarebbero stati nove, se la Veronelli non avesse letteralmente dimenticato di inserire il Rubesco Vigna Monticchio 2005 tra i Super Tre Stelle.
Ribadiamo, comunque, che forse sono pochi otto o nove nomi indiscutibili, eccellenti senza se e senza ma. Invece ancora una volta sono lo 0,55% di tutti i “medagliati”. Complessivamente solo il 18% dei vini ha ricevuto almeno due giudizi di eccellenza. Per il resto, l’82% delle etichette sono state premiate da una sola guida e la percentuale è addirittura in aumento (l’anno scorso erano il 79%).
E pensare che siamo arrivati a otto vini dell’unanimità solo grazie a una definizione allargata di eccellenza, da noi adottata già nel 2009: abbiamo cioè considerato – per il vertice – i Tre bicchieri del Gambero, i Cinque grappoli dell’Ais, il top dell’Espresso, i Super Tre Stelle della Veronelli e i vini-frutto con un punteggio superiore a 84/100 inseriti nell’Annuario di Luca Maroni. Altrimenti, considerando solo i migliori vini dell’Annuario (con voto superiore a 89/100), la situazione sarebbe stata ancor più bigia con solo quattro supestar.
Addirittura tre secondo un noto sito internet di informazione vinicola, che però si è sbagliato: a ottobre, nella fretta di compilare l’incrocio delle Guide sulla base delle anticipazioni, che normalmente comprendono appunto i “migliori vini dell’Annuario di Maroni”, il Solaia (92/100) è sfuggito ai compilatori.
Un’occhiata ai vini top rende l’idea dellle tendenze espresse dalla critica nel 2010: come detto s’impongono come sempre i rossi, in particolare i toscani dell’annata 2006, che ormai concorrono con i migliori millesimi del decennio, ad esempio il 2001 nel Centro Italia o il 2004 nel Barolo.
Gli altri rossi al vertice quest’anno sono il mattatore Montevretano 2007 prodotto in Campania, che siamo abituati a salutare tra i migliori dell’anno;?il marchigiano Kurni, maniacale (in senso positivo)?Montepulciano in purezza che aveva già toccato la vetta in passato; il Terre Brune 2005 della Cantina Santadi, fuoriclasse firmato Tachis, il Gewürztraminer vendemmia tardiva Terminum 2007 della Cantina Tramin.

Bollicine alla riscossa

Infine quest’anno si consacra il miracolo delle bollicine, prese poco sul serio in Italia fino a pochi lustri fa, oggi sono ai vertici con due esempi paradigmatici: Cuvée Annamaria Clementi Ca’ del Bosco e Giulio Ferrari.
Questa vittoria della spumantistica sembra inoltre dichiarare ufficialmente aperta la disfida tra due territori/denominaizoni che ambiscono al riconoscimento dello status di “Champagne d’Italia”: Franciacorta Docg e Trentodoc. E nel paese del dualismo eterno, alla Coppi e Bartali, la competizione non potrà che giovare a entrambi. :
Tra le altre tendenze emerse dalle Guide 2010 notiamo lo scarso entusiasmo (in generale) per i bianchi, che restano fanalino di coda nella grande enologia italiana, nonostante i balzi qualitativi che hanno reso molte etichette campionesse di longevità e di finezza.

L’anno della Toscana…

Spostiamo lo sgurdo sui territori e osserviamo le Guide in un’ottica regionale: quest’anno la Toscana (299) vanta più vini eccellenti del Piemonte (274), che perde per strada addirittura 96 etichette rispetto al 2009. Il motivo potrebbe essere l’assenza di un’annata straordinaria per Barolo e Barbaresco, ma a onor del vero, dopo un’infilata di vendemmie da urlo, la pausa potrebbe persino giovare.
Al terzo posto, con un buon distacco troviamo il Trentino – Alto Adige (104) se considerato – come in realtà non è – un’unica regione viticola. Segue il Veneto con 95 etichette meritevoli.
Se stringiamo il fuoco sulle principali micro aree viticole, scopriamo che la maggior parte dei vini premiati sono a Denominazione di origine, ma nell’annosa questione territorio versus brand sembra vincere quest’ultimo, almeno a giudicare dagli apprezzamenti della critica nelle posizioni più alte della classifica. In particolare nelle regioni in cui l’Indicazione geografica tipica ha liberato la fantasia dei produttori, come in Toscana per l’appunto.
Caso a parte: il Brunello. Presente nelle Guide 2010 con il millesimo 2004 (e qualche annata più matura) risale la china dopo la pausa dell’anno scorso, quando il Re di Montalcino si salvò grazie all’eccezionale Riserva 2001 ma fu penalizzato dalla brutta congiuntura del millesimo 2003 e degli scandali mediatici.

…ma non per tutti

Le singole guide sono abbastanza d’accordo nel “peso” da dare alle singole regioni, con qualche eccezione.
Per l’Ais vince il Piemonte (73), segue la Toscana (61) e il Veneto si piazza terzo con 21 vini top. Zero riconoscimenti a Molise e Valle d’Aosta, regione rimasta bocca asciutta anche nella Guida de l’Espresso. Anche per il Gambero Rosso è superiore il Piemonte (84) e alla vicina Valle d’Aosta sono stati attribuiti addirittura 6 Tre bicchieri, poco meno che all’Umbria che ne conta 10.
La guida di Luca Maroni, gettando un’occhio su grafico di pag. xx, presenta una distribuzione particolare, più omogenea tra le regioni; sotto la Toscana (67) troviamo il Trentino Alto Adige (63), solo terzo il Piemonte (53) con Sicilia (52), Campania (44), Veneto (40) tutti molto vicini.
Infine la Guida Veronelli ha un occhio di riguardo per la Toscana, che giganteggia con 156 vini eccellenti; secondo il Piemonte con 78, terza l’Umbria – ma ben distante – a quota 16.

A me mi piace

Restando nell’ambito delle singole pubblicazioni, e delle loro soggettività, cioè dei vini premiati da una sola di esse, vediamo che cos’è successo quest’anno. Cominciamo col segnalare che le Guide hanno mediamente “rinnovato” la metà delle loro eccellenze. Si va da un turn over del 46,5% nella Guida Veronelli, il 50% esatto nell’Espresso, il 52% nell’Ais, il 63% nel Gambero fino al massimo di Maroni,che ha rinnovato il suo parco del 70%.
Come i nostri più fedeli lettori ricorderanno definiamo “single” i vini che hanno ottenuto il giudizio di eccellenza da una sola Guida e “cocche” le aziende con un solo “fan” tra i critici enologici. Luca Maroni presenta 450 etichette “single”, non premiate da altri, un numero molto alto che corrisponde al 27% di tutti i vini inseriti nella nostra guida delel guide e addirittura all’85% dei vini da lui stesso premiati. E sono 189 le aziende da lui privilegiate. La Guida più in sintonia con i giudizi dei colleghi sembra essere Duemilavini dell’Ais, con soli 139 vini “single” e 72 “cocche”.

Etichette d’oro

Per concludere, un’occhiata a una tabella speciale, a pag. xx, che presenta le “Blue Chips”, cioè vini che hanno ottenuto il giudizio massimo da almeno due Guide, e con una produzione significativa in termini di bottiglie. Al primo posto troviamo il Tignanello ‘06, Cinque grappoli Ais, Super Tre Stelle Veronelli e 350 mila bottiglie prodotte. Un vino che si trova sullo scaffale a circa 60 euro e che quindi vale complessivamente 21 milioni di euro. Certo, è pura teoria finanziaria, come nel caso della Borsa quando si calcola la capitalizzazione di una società quotata:?prezzo di un’azione per il numero di azioni emesse. Però ci dà un’idea del valore immenso di certi vini, che sono realmente bandiere del made in Italy nel mondo. Consapevoli dell’importanza di queste etichette, osannate dalla critica ma anche diffuse nel mercato, abbiamo proposto a Vinitaly di presentare il tema “Blue Chips” alla degustazione ufficiale di venerdì 9 aprile, selezionando alcuni di questi vini d’oro.


© Riproduzione riservata - 29/04/2010

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