Docg

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È finalmente possibile un bilancio della frenetica attività svolta l’anno scorso dal Comitato vini del ministero per le Politiche agricole, sommerso dalla richiesta di 320 nuove denominazioni d’origine prima che scoccassero le 24 del 31 dicembre 2011, quando la competenza in questa materia sarebbe passata da Roma a Bruxelles. Com’è andata? Le 34 domande accolte per nuove Doc, Docg e Igt ne hanno fatto salire il numero a 527. Una crescita del 7%. Ma all’interno di questo ragionevole aumento, le Docg, Denominazioni d’origine controllata e garantita, hanno fatto un balzo del 23%, che ragionevole non è, passando da 60 a 74. Un tempo si potevano fregiare di questa sigla soltanto vini conosciuti e apprezzati in tutto il mondo: Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino. L’Amarone ci è arrivato da pochissimo, adesso sono a Docg vini sconosciuti fuori della loro cinta daziaria. Lo è perfino il Malanotte, che essendo la massima espressione del Raboso del Piave non ha voluto seguire il consiglio di Renzo Arbore, “ma la notte no!”.


© Riproduzione riservata - 22/05/2012

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