Il contro-miracolo di Cana

Il contro-miracolo di Cana

L’accordo in discussione a Bruxelles sulla possibilità di abbassare il livello di alcol nel vino (dealcolazione) e di aggiungere acqua per ripristinare il volume iniziale apre molti interrogativi. Sia sul tipo di procedimento, sia sulla natura del prodotto finale.

Una del tutto fortuita coincidenza ha voluto che volessimo dedicare il numero in uscita della rivista al grande tema dell’importanza dell’acqua per il vino. La notizia è trapelata sino a Bruxelles, dove dev’essere stata male interpretata, poiché noi non scriviamo dell’acqua nel vino. Non ci sarebbe mai venuto in mente e abbiamo deciso di ignorare l’aberrazione, se pure i tempi avrebbero consentito un aggiornamento in corsa.

Il provvedimento in discussione riguarda la dealcolazione

Scherzi a parte, riepiloghiamo. Nel Comitato agricoltura di aprile, che riunisce i ministri degli Stati membri, è stato discusso l’accordo raggiunto dal trilogo (Commissione, Parlamento e Consiglio) del 26 marzo che apre alla pratica di eliminazione parziale o totale dell’alcol nel vino da tavola e parziale nelle produzioni Dop e Igp. Nel testo è stata prevista anche l’aggiunta di acqua per ripristinare il volume iniziale del vino perso nel procedimento di dealcolazione.

Il potere decisionale resta ai singoli Stati

La proposta ha trovato il sostegno di numerosi Stati membri perché rappresenta l’opportunità di allargare la platea dei consumatori e di crescere nei mercati che non apprezzano le bevande alcoliche, per clima o per religione. Un po’ come accaduto con la birra analcolica. In realtà, non c’è il rischio di ritrovarci un Barolo o un Brunello annacquato e senza alcol. Come ha spiegato Bernard Farges, presidente della Federazione europea dei vini a denominazione di origine (Efow), le denominazioni potranno mantenere il controllo delle proprie regole. Inoltre, conta anche la normativa nazionale, così come Italia e Spagna non consentono di aggiungere zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino, pratica ammessa in altri Paesi Ue (altro tema spinoso, di cui abbiamo parlato qui).

Dealcolazione: i rischi di questa scelta

Dunque, siamo a posto così? Mica tanto. E ci auguriamo proprio che le associazioni di categoria italiane e degli altri Paesi europei basati sulla civiltà del vino si battano per bloccare tutto sul nascere.
Siamo del tutto contrari in linea di principio perché il vino senz’alcol, e per giunta annacquato, è snaturato, è suscettibile di sofisticazioni e può essere del tutto alterato nelle sue componenti organolettiche, come ben sanno i birrai per cui la fonte e le qualità dell’acqua sono tutto.

Ma davvero vogliamo chiamarlo vino?

E si può obiettare che parliamo di un altro vino, non della punta qualitativa delle Dop europee, come ha ricordato Farges, ma la realtà è che non dovremmo proprio chiamarlo così, al limite bevanda a base di mosto fermentato, dato che per definizione (Oiv) il vino “è esclusivamente la bevanda risultante dalla fermentazione alcolica totale o parziale dell’uva fresca, pigiata o meno, o del mosto d’uva”.
Certo le definizioni non sono scritte sulla pietra da Mosè, ma ammettere dealcolazione e allungo del vino con acqua è una sterzata rispetto alla tradizione che, per rimanere in metafora cristiana, farebbe drizzare i capelli a Gesù, il cui primo miracolo fu proprio – alle nozze di Cana – la trasformazione dell’acqua in vino e mai avrebbe immaginato che gli chiedessero il “contro-miracolo”.

L’approccio agronomico è quello giusto

Per concludere, non vorremmo essere presi per ingenui o disinformati: sappiamo che le basse gradazioni sono un trend in crescita a fronte di un costante innalzamento generale del grado alcolico per via del riscaldamento globale, ma auspichiamo – per mantenere la dignità del vino inteso come nobile espressione di vite, suolo e uomo – che si continui a lavorare sul fronte agronomico per abbassare le gradazioni (gestione dei suoli, esposizione delle vigne, potature, rese della pianta, gestione della chioma…) senza intervenire con altre sostanze esogene. Acqua compresa, che sia minerale, distillata o frizzante.

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© Riproduzione riservata - 14/05/2021

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