Corpo

Corpo

Di un vino si dice che è corposo quando la sua struttura è di particolare rilievo per intensità alcolica in perfetto equilibrio con la ricchezza in materie estrattive. Forse per il surriscaldamento del pianeta, nello scorso decennio la frontiera tra corposità e corpulenza si è spostata, perché sia il tasso d’alcol sia il residuo secco dei grandi vini sono aumentati. L’armonia sinergica ha mitigato la percezione organolettica del mutamento, però era inevitabile che si arrivasse, complice anche la crisi economica, se non proprio all’avversione, certo a una crescente diffidenza nei confronti dei “vini da masticare”. E come sempre avviene, si sta esagerando in senso opposto, con la ricerca di vini sempre più snelli, rischiando di trovarli magri, corti e inespressivi. Sarà banale, ma è inevitabile notare le analogie con l’evoluzione del corpo femminile inteso come oggetto del desiderio: il maschio italiano è passato dalle maggiorate fisiche del cinema alle modelle anoressiche delle sfilate di moda. Senza esservi costretto dalla crisi.


© Riproduzione riservata - 17/07/2012

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