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Champagne: approvate le Vignes Semi Larges

Champagne: approvate le Vignes Semi Larges

Quando, un anno fa, era uscita la notizia sulla possibile approvazione del distanziamento degli impianti in Champagne, le cosiddette Vignes Semi Larges (VSL), una pioggia di critiche aveva invaso la regione francese. La nuova regola scardina, infatti, una tradizione secolare a favore di una maggiore meccanizzazione della viticoltura.

Per approfondimenti: Vitisphere, Decanter, The drinks business, Vitisphere, Food&Wine e La Revue du Vin de France

Ora l’Institut National de l’Origine et de la Qualité (INAO) ha ufficialmente approvato la modifica. Le VSL potranno effettivamente essere una realtà per la AOC Champagne (Vitisphere) e la novità non sembra più fare così tanto scalpore. Solo poche riviste hanno riportato la notizia, ma gli oppositori rimangono.

Cosa solo le Vignes Semi Larges e a cosa servono

La modifica del disciplinare dà la possibilità ai produttori della Champagne di allargare, a partire dal 2023, la distanza tra i filari a 2,2 metri (a differenza dell’attuale massimo di 1,5 metri) portando a una riduzione della densità di impianto da 8.000 ceppi per ettaro a circa 6.000. Tra gli scopi dichiarati con questa mossa c’è il contenimento dei costi della manodopera nei vigneti e anche delle emissioni di CO2.
«O almeno così dicono i sostenitori. In questo modo descrivono l’iniziativa come rispettosa dell’ambiente e non semplicemente come un risparmio sui costi», scrive Charles Curtis MW su Decanter riprendendo le parole del vigneron Eric Coulon. Altri viticoltori temono, inoltre, che questa scelta favorisca le grandi Maison e che presto porterà all’approvazione della vendemmia meccanica.

Una prima contraddizione

Al momento della votazione che si è tenuta l’anno scorso, Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons de la Champagne (SGV), aveva sostenuto i benefici ambientali delle Vignes Semi Larges con queste parole: «Ci aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi di zero erbicidi, 50% in meno di pesticidi e 25% in meno di emissioni di carbonio entro il 2025». Ma l’adozione delle VSL sarà comunque facoltativa ed è qui che si manifesta la prima contraddizione; l’entità della riduzione delle emissioni di CO2 dipenderà, infatti, da quanti produttori sceglieranno effettivamente di ripiantare con i nuovi distanziamenti (The drinks business).

I produttori NoVSL

L’approvazione delle VSL è avvenuta nonostante un’opposizione formale presentata da alcuni dei più rispettati coltivatori e produttori della Champagne. Negli scorsi mesi, un gruppo di vigneron guidato da Aurélien Laherte, Aurélien Suenen, Raphaël Bérêche, Fabrice Pouillon, Mélanie e Benoît Tarlant ha infatti formato il collettivo NoVSL, presentando un ricorso con lo scopo di frenare la procedura. Secondo gli oppositori, oltre a un rischio di riduzione del personale, le VSL potrebbero avere un impatto negativo anche sulla biodiversità e sulla vita del suolo influenzando, a lungo termine, anche la qualità dei vini.
«Sono molto preoccupato nel vedere movimenti e decisioni altamente industriali per lo Champagne», aveva affermato lo scorso maggio il produttore Raphaël Bérêche su Vitisphere.

Un argomento che divide da oltre vent’anni

NoVSL ha proseguito osservando che le decisioni sarebbero state prese frettolosamente durante la pandemia e senza una sufficiente diffusione delle giuste informazioni sull’argomento. In realtà, però, in Champagne si litiga su questo argomento da diversi anni, dato che prima di venire approvate, le VSL sono state testate a lungo. Alla base dell’approvazione dell’INAO ci sarebbero proprio le ricerche all’interno della regione partite nel 1995 che dimostrano che i vantaggi delle VSL dovrebbero superare qualsiasi preoccupazione (Food&Wine).

In Champagne si festeggia per il nuovo raccolto

Intanto in Champagne si festeggia una vendemmia 2022 considerata di buona quantità e qualità. Nonostante la siccità, alcune piogge di fine estate hanno assicurato un raccolto abbondante. Come ha confermato il Comité Champagne: «La quantità raccolta è stata diversa nelle singole sottoregioni, ma ovunque sufficiente per raggiungere la resa di quest’anno pari a 12.000 kg/ha». Anche David Chatillon, presidente della Union des Maisons de Champagne, si dichiara molto soddisfatto. Chatillon sottolinea la forte domanda di mercato: «A fine agosto abbiamo registrato un aumento del +9% rispetto all’anno precedente. E questo dopo un 2021 già notevole» (La Revue du Vin de France).

Foto di apertura: in Champagne sono appena state approvate le cosiddette Vignes Semi Larges (VSL) © U. Bitumi su Unsplash

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© Riproduzione riservata - 29/09/2022

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