Cemento
I vasi vinari in cemento armato stanno tornando nelle cantine che avevano lasciato 20-30 anni fa, cacciati dall’irresistibile avanzata dell’acciaio inossidabile. Il mondo del vino imparò in quella circostanza il significato di una parola inconsueta: obsolescenza, cioè il fenomeno che colpisce tutto ciò ch’è stato fatto invecchiare precocemente dal progresso tecnologico anziché dal tempo. Pessimo conduttore di calore, permeabile all’ossigeno, intaccabile dalla corrosione tanto da dover essere protetto da uno strato di resine epossidiche, il cemento fu messo al bando. Ma era davvero obsoleto? Si sta scoprendo adesso che i suoi difetti sono pregi: l’acciaio inox è forse migliore in fase di fermentazione, ma quando si tratta di praticare le chiarifiche il cemento è assai più affidabile, perché protegge il vino dagli sbalzi termici, e in fase di affinamento lo sottopone a un modernissimo processo di microssigenazione naturale, mentre l’acciaio, con le sue correnti elettrostatiche, ne disturba la maturazione. Niente è più rivoluzionario del passato.
© Riproduzione riservata - 14/04/2010