La birra siciliana figlia di Eolo e Cerere

La birra siciliana figlia di Eolo e Cerere

di Mauro Ricci

 

Era l’anno 2003 e la Sicilia mostrava una promettente fioritura di birrifici. Bastarono pochi anni perché di questa realtà rimanesse ben poco, un birrificio (Paul-Bricius) e un brew pub (La Caverna del Mastro Birraio), il resto dissolto. Solo il 2008 vide un risorgere di iniziative nuove più attente all’impresa, al confronto, realtà appassionate, decise ad affermarsi con proprie peculiari caratteristiche. Da quell’anno è stato un susseguirsi di avviamenti di birrifici e beer firm, via via sempre più promettenti. Giovani homebrewer davano e danno vita a nuove imprese con piglio deciso e chiarezza di idee.

Modica Alta (Ragusa)

Modica Alta (Ragusa)

Paul-Bricius si fa l’orzo da sé e il vino ispira il Cantirrificio Vittoria

In questo panorama rinnovato il decano padre nobile dei birrifici siciliani resta sempre Paul-Bricius & Comallapany, che ha sede nella città di Vittoria, nella Sicilia sudorientale, in zona pianeggiante verso il mare, ai piedi dei monti Iblei, in provincia della splendida Ragusa. Girando per la città prima di raggiungere la sede del birrificio si incontrano, con sorpresa, edifici di un elegante liberty dell’architetto Ernesto Basile in terra di barocco. La sede è in una villetta già abitazione di famiglia. Tutta l’attività prosegue con un piglio assolutamente artigianale. L’impianto è autocostruito, a cielo aperto, senza automatismi, con operazioni completamente manuali: esiste solo una pompa elettrica per i vari travasi, la sala cottura è a fiamma diretta.

La prima malteria siciliana

Quattro soci, divenuti recentemente tre, che dal 2004 hanno affinato una produzione che, partendo da ispirazioni belghe, si esprime oggi in ricette assolutamente originali. Fabrizio Traina, l’anima dell’impresa e delle birre, ha guidato la società nella trasformazione in azienda agricola che coltiva l’orzo con l’obiettivo di creare la prima malteria dell’isola. Le birre prodotte sono sei di cui una, la Special Grape Ale, presentata già con successo al Salone del Gusto 2014, con mosto d’uva a bacca rossa fatto fermentare nella proporzione di un terzo con il mosto d’orzo: il risultato è fresco, leggermente vinoso, allegro, profumato, dove gli aromi del vino, del malto e del luppolo si presentano in un piacevole equilibrio.

Red, Dark Strong e Special Ale

Anche la Red Strong Ale e la Special Ale usano il malto ottenuto dal proprio orzo: sono fresche, morbide, asciutte, di buona bevuta. La Dark Strong Ale è una scura, in cui insieme ai sentori del malto tostato (caffè, cioccolato e liquirizia) spiccano un profumo e un sapore netto, aspro e avvolgente di carruba, dove si manifesta la sensibilità del birraio che esprime tutta la sua località.

L’impianto di Paul Bricius è totalmente autocostruito

L’impianto di Paul Bricius è totalmente autocostruito

Il vino d’orzo

Riposante e ricca di note maderizzate è la Mpardist Ale, un barleywine (letteralmente “vino d’orzo”) che matura e si ossida nei tini per almeno due anni e poi viene fatto rifermentare in bottiglia. È una birra da divano un poco sensuale, che migliora con l’invecchiamento. L’ultima nata, una chicca “di abbazia”, Hora Benedicta Abbey Ale realizzata in collaborazione, per la speziatura e la ricetta, con il convento di San Martino delle Scale di Monreale.
È una stout dalla speziatura molto officinale, scorrevole e di buona bevuta. Restiamo ancora a Vittoria, dove il quarto socio di Paul-Bricius, Pier Paolo Licitra, ha aperto un suo birrificio nel 2011 avviando una produzione che dimostra una non indifferente originalità creativa.

La birra siciliana con schiuma da spumante

I buonissimi vini di questa parte della Sicilia hanno influenzato la fantasia del birraio che ha definito la sua impresa Cantirrificio Vittoria. Le sue tre birre non seguono stili di tradizione, ma vogliono creare un piccolo mondo caratterizzato da prodotti, che ricordano il vino rimanendo rigorosamente birre. Grazie Mille è stata la prima prodotta e rappresenta un risultato ragguardevole in cui alcol, aromi di agrumi e spezie e una schiuma più da spumante che da birra esprimono qualcosa che appaga per la freschezza e la contemporanea ricchezza di profumi e sapori: dopo un momento di stupore si fa apprezzare al punto da ritenere che sia quasi uno stile a sé.

Stile libero

Tari

La Trisca di Tarì utilizza un altro prodotto autoctono, il grano Russello

Questa impressione è confermata dalle due birre che l’hanno seguita. La Tempora è la più vinosa, ambrata con lievi sensazioni di caramello e arancia e un fondo di vaniglia e legno, che alla bevuta appaga e non stanca. Anche nella terza, la Marinette, si riscontrano caratteristiche omogenee alle precedenti, anche se viene dichiarata Saison, il più libero degli stili, che consente una piacevole conferma di questo modo così personale di Pier Paolo Licitra.

Speziate, fruttate e… natalizie da Tarì, 24 Baroni ed Epica

Lasciamo Vittoria e ci inoltriamo nello stupendo mondo dei monti Iblei e del grande barocco, con Ragusa incantata, Noto e Scicli e ci fermiamo a Modica, dove troviamo l’antica lavorazione del cioccolato a freddo, derivata dagli Aztechi attraverso gli Spagnoli nel Seicento, che dà vita a un prodotto assai piacevole e dai sapori antichi. Oltre ai molti laboratori del cioccolato ci aspetta il birrificio Rocca dei Conti-Tarì, inaugurato nel 2010 da Luca Modica e Fabio Blanco, reduci da una lunga militanza come homebrewer.
La produzione di oggi si presenta con una ragguardevole qualità e diversità di realizzazioni.

 

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 03/2016. Per continuare il viaggio tra i birrifici siciliani acquista il numero nel nostro store (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com.
Buona lettura!

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© Riproduzione riservata - 05/07/2016

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