Aste

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In Italia le vendite all’asta dei vini sono praticate con molta parsimonia perché non fanno parte della tradizione commerciale né della cultura che vi è sottesa, e le rare volte in cui vengono organizzate hanno spesso finalità benefiche che ne distorcono il significato. Su scala internazionale sono invece molto importanti perché dal confronto alla pari tra domanda e offerta scaturisce il reale valore delle bottiglie: non a caso i loro frequentatori più abituali sono i collezionisti e gli investitori.
Le loro quotazioni sono simili perciò a quelle della Borsa per i titoli finanziari, e quindi sono anch’esse depresse dalla crisi. Ma è proprio nei momenti difficili che si sperimentano le innovazioni più audaci. E difatti Christie’s, la casa d’aste più famosa, ha indetto per la prima volta, in agosto, mese in cui le vendite all’incanto non si tengono, un’asta on line su Internet. Sarà questo il futuro delle vendite al miglior offerente? Senza battitore, senza il colpo di martello che segnala l’aggiudicazione? Tutto virtuale. Ma sarà anche virtuoso?


© Riproduzione riservata - 26/09/2012

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