Manuale di Conversazione Vinicola

Barbatella

16 Aprile 2010 Civiltà del bere
Così si definisce la pianticella di vite che il vivaista fornisce al viticoltore per l’impianto del vigneto. Dotata di radici avventizie che assomigliano a una barbetta, la barbatella è ottenuta per moltiplicazione agamica (non dal seme, ma per talea). È una pianta bimembre, cioè innestata su ibrido americano, e questo spiega perché sia stata adottata in viticoltura solo dagli ultimi anni dell’Ottocento, quando i vigneti europei erano stati distrutti dalla fillossera: prima, la vite non veniva innestata e si riproduceva per propaggine. Fino all’ultimo Vinitaly questo vocabolo era conosciuto quasi esclusivamente dagli addetti ai lavori. È improvvisamente salito agli onori delle cronache perché alcuni produttori di Brunello di Montalcino, accusati d’aver violato il disciplinare di produzione, aggiungendo Merlot al Sangiovese, sostengono che la miscelazione proibita non è stata fatta in cantina, ma nel vigneto, involontariamente provocata dal materiale genetico fornito per errore dal vivaista. In barba alle barbatelle che gli erano state ordinate.

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