50 anni di storia del vino: Guido Berlucchi e l’invenzione del Franciacorta

50 anni di storia del vino: Guido Berlucchi e l’invenzione del Franciacorta

Nel 1961 la sfida di dar vita alle prime bollicine del territorio. Il successo della Cuvée Imperiale. La partita vinta negli Usa. Il futuro dei fratelli Ziliani tra innovazione e sostenibilità.

«E se facessimo uno spumante alla maniera dei francesi?». Comincia così la storia delle bollicine della Franciacorta verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. A lanciare  questa insolita proposta fu Franco Ziliani, giovane enologo con la passione per gli Champagne, chiamato un giorno da Guido Berlucchi nel suo palazzo seicentesco di Borgonato, nel Bresciano, perché voleva migliorare un vino bianco ad uso familiare che produceva in un suo piccolo vigneto.
«Berlucchi accettò la proposta», ricorda oggi Paolo Ziliani, uno dei tre figli di Franco scomparso nel 2021, «e ai due pionieri si unì l’amico Giorgio Lanciani. La sfida ebbe inizio e, dopo alcune annate meno fortunate, nel 1961 furono sigillate le prime 3.000 bottiglie di “Pinot di Franciacorta”. Stappate l’anno dopo, si rivelarono ottime. Quell’annata 1961 segna praticamente la nascita del Franciacorta. E l’anno successivo venne prodotta anche una versione rosé, la prima del genere in Italia, a cui diedero il nome Max Rosé, dedicandolo ad un caro amico di Guido, appassionato di Champagne Rosé. E questo nome passò alla storia».

Come si è arrivati alla Docg Franciacorta

Già all’indomani dell’accordo, Franco Ziliani cominciò a visitare le aziende della Champagne per conoscere meglio le metodologie di produzione delle bollicine francesi, per poi applicarle agli spumanti che avrebbe prodotto, utilizzando anche le bellissime cantine sotterranee di Palazzo Lana Berlucchi, ritenute ideali per far maturare il neonato Franciacorta. Tutto era da scoprire e sperimentare.
Come i tappi in sughero ad esempio, perché quelli a disposizione in Italia non resistevano alla pressione interna, per cui bisognava trovarne altri. Tra i racconti di Franco di quei primi anni così avventurosi, uno fra tutti è proprio di quella volta in cui partì per la Champagne per comprare un bel quantitativo di chiusure idonee, che caricò sul tetto della station wagon di Berlucchi. Ma durante il viaggio i sacchi di carta si ruppero e i tappi finirono tutti per strada. Franco Ziliani riuscì comunque, in mezzo al traffico bloccato e con l’aiuto degli altri automobilisti, a recuperarne la gran parte, per ripartire alla volta della Franciacorta.
Solo nel 1967, ben 6 anni dopo la prima bottiglia, arrivò il riconoscimento della Doc Franciacorta, a conferma della vocazione qualitativa di questa piccola zona. E nel 1995 la Franciacorta ottenne la Docg: la prima denominazione in Italia ad essere dedicata esclusivamente alla produzione di Metodo Classico. 

L’amicizia tra Franco Ziliani e Guido Berlucchi

«Sebbene avessero due caratteri opposti», spiega Paolo Ziliani, che della Guido Berlucchi è l’attuale presidente, «Franco e Guido si intendevano su come gestire l’azienda, che anno dopo anno passava sempre più nelle mani di nostro padre. Alla morte di Guido, avvenuta nell’ottobre del 2000, nostro padre volle che l’azienda mantenesse il nome. Non c’è dubbio che entrambi siano stati i protagonisti di una rivoluzione nel settore spumantistico e personaggi di spicco dell’enologia italiana».
Attualmente la Guido Berlucchi è proprietaria di 150 ettari di vigneti certificati biologici e ne utilizza altri 400 di cui controlla la materia prima secondo il suo rigido Protocollo di viticoltura sostenibile.
Il Franciacorta è ormai riconosciuto a livello mondiale come un prodotto di altissima qualità, apprezzato dalla critica internazionale più esigente. 

La gamma aziendale

«In Italia, Berlucchi è conosciuto da tutti e all’estero stiamo lavorando insieme agli altri produttori associati al Consorzio Franciacorta, per accrescere la notorietà e intercettare il pubblico dei winelovers più giovani ed appassionati, alla ricerca di piccoli territori – come la Franciacorta – che non puntano ai volumi ma alla qualità. Insieme ai miei fratelli Cristina e Arturo e a tutti coloro che lavorano con noi (alcuni sono i figli di quei primi che insieme a Guido e Franco iniziarono questa impresa) nel corso degli ultimi anni abbiamo impresso all’azienda una nuova, moderna, direzione – centrata su innovazione, qualità e sostenibilità – unite ad una sempre maggiore interazione con il nostro territorio di origine, attraverso modalità ed azioni che ne generino una positiva ricaduta sia economica, che ambientale e sociale.»
A Borgonato nascono i diversi Franciacorta Berlucchi – dall’amatissima Cuvée Imperiale alla Berlucchi ’61, nelle versioni Extra Brut, Satèn e Rosé e soprattutto i millesimati, come i Nature che, privi totalmente di dosaggio finale, esprimono le migliori caratteristiche del territorio fino alla Riserva Palazzo Lana Extrême e la Riserva Franco Ziliani, dedicata a nostro padre. Sempre più apprezzate in Italia come nel mondo (tanto che la rivista Wine Spectator ha attribuito di recente a Berlucchi il punteggio medio tra i più alti, tra gli spumanti Franciacorta) e che fanno di Berlucchi l’azienda di riferimento della Docg.
La Guido Berlucchi è anche un fermo riferimento a livello nazionale nel campo della sostenibilità e della promozione socio-culturale della Franciacorta come esclusiva “destinazione salotto” – alle porte di Milano – da custodire con dovuta cura ed attenzione.

Foto di apertura: la cantina storica risale al 1680 ed è scavata a una profondità di 10 metri

GUIDO BERLUCCHI

piazza Duranti 4
Borgonato di Corte Franca (Brescia)
030.98.43.81
info@berlucchi.it
www.berlucchi.it
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Realizzato in collaborazione con Guido Berlucchi

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© Riproduzione riservata - 27/04/2024

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