50 anni di storia del vino: Chiarli, custodi rispettosi del territorio
Da trattoria a portabandiera del Lambrusco nel mondo, la Cantina è stata la prima a introdurre il metodo Charmat in Emilia. La nascita di Cleto Chiarli come polo produttivo e di ricerca sulle varietà tipiche.
Poche aziende hanno saputo legare la propria storia a quella di un vino come è riuscita a fare Chiarli con il Lambrusco. La timeline aziendale comincia nel 1860, quando il fondatore Cleto Chiarli trasforma la Trattoria dell’Artigliere in una cantina di vinificazione, dedicandosi in esclusiva alla produzione del vino che i suoi commensali tanto elogiavano.
Oggi al vertice ci sono la quarta e la quinta generazione, con i fratelli Anselmo e Mauro insieme ai loro cinque figli Tommaso, Carlo, Giorgio, Stefano e Giovanni. In questi 164 anni molte cose sono cambiate e il brand Chiarli ha raggiunto un’affermazione planetaria, ma l’impostazione famigliare è rimasta quella degli esordi: «Dal punto di vista delle responsabilità, c’è sempre stata una suddivisione equa tra i due rami della famiglia: uno segue la parte agricola, l’altro si occupa di quella commerciale», racconta Tommaso Chiarli. «Questo per noi è molto importante perché crea un equilibrio fra i due aspetti.
Spesso, infatti, le Cantine più strutturate rischiano di focalizzarsi troppo sulle dinamiche di vendita tralasciando l’operatività, che invece è la base per continuare a produrre etichette capaci di emozionare e conquistare le preferenze del consumatore».
Dalla fermentazione in bottiglia a quella in autoclave
Gli fa eco Anselmo Chiarli, che offre una definizione della missione aziendale. «Io e la mia famiglia ci sentiamo custodi del territorio e questo per noi significa fare vini che non solo rispettino, ma soprattutto esaltino le caratteristiche del vitigno di appartenenza. Ci muoviamo nella costante volontà di migliorare la qualità finale, anche se questo implica rese e volumi inferiori. Il tutto bilanciando i valori acquisiti nel tempo e riconosciuti dalla nostra clientela con una costante attenzione all’evoluzione dei gusti e del mercato».
Tra i numerosi primati aziendali c’è il passaggio, nel 1959, dalla fermentazione in bottiglia a quella in autoclave. «Siamo stati i primi a introdurre il metodo Charmat in Emilia e questo ha rappresentato una svolta per la produzione e la diffusione del Lambrusco in Italia e nel mondo», continua Tommaso Chiarli. Un decennio dopo, nel 1970, le tre varietà di Lambrusco, Sorbara, Salamino di Santa Croce e Grasparossa di Castelvetro, ottengono il riconoscimento della denominazione di origine e la famiglia Chiarli è tra i promotori della nascita del Consorzio dei Lambruschi Doc Modenesi.
Impegnata nell’export fin dal secondo dopoguerra, Chiarli nei decenni successivi si afferma come uno dei maggiori player italiani all’estero. «Abbiamo diffuso il Lambrusco fuori dai confini nazionali creando partnership forti con gli immigrati italiani impegnati nelle attività di grossisti, distributori e agenzie, attivandoci negli anni Settanta anche con la Grande distribuzione».
La nascita di Cleto Chiarli Tenute Agricole
Se il marchio Chiarli ha sempre avuto dalla sua la forza dei numeri e della qualità, nel 2001 con la creazione di Cleto Chiarli Tenute Agricole la famiglia ha dato vita a un progetto consacrato alla produzione di vini di alta gamma in esclusiva per il mondo della ristorazione. «La Cantina si trova a Castelvetro di Modena e gestisce in tutto 350 ettari di cui 120 vitati dislocati sulle diverse proprietà.
È stata concepita come un polo produttivo, ma anche come un luogo dedito alla ricerca, alla promozione e alla valorizzazione della migliore cultura vinicola emiliana. Accanto alla sperimentazione sulla grande famiglia del Lambrusco, c’è quella sul bianco Pignoletto e le altre varietà del territorio».
Una panoramica dei vini simbolo non può che cominciare dal Lambrusco di Sorbara Vecchia Modena Premium. «Ormai è un riferimento assoluto per il Lambrusco di Sorbara di qualità», racconta Anselmo Chiarli. «Lo abbiamo “ricreato” nel 1980 ripetendo l’immagine di una nostra bottiglia con etichetta datata 1890 che partecipò alla Esposizione universale di Parigi del 1900 vincendo la medaglia d’oro e la Mention Honorable».
E poi c’è il Lambrusco del Fondatore: «È il nostro Lambrusco di Sorbara “fermentato in bottiglia”, di cui mai abbiamo abbandonato il metodo di produzione, che ha ripreso la sua strada con una bottiglia dedicata al capostipite Cleto Chiarli nel 2001 in occasione dell’inizio del progetto Cleto Chiarli Tenute Agricole. Si distingue per il suo leggero fondo che rimanda ai ricordi e alle suggestioni del passato e ogni anno ottiene i più alti riconoscimenti da parte della critica, tra cui i tre bicchieri del Gambero Rosso, conquistati per nove volte a partire dal 2008».
Vigneto Cialdini, antico e moderno nello stesso tempo
La collezione premium include anche il Lambrusco Grasparossa Vigneto Cialdini, un single vineyard ottenuto dal più antico vigneto di famiglia. «Si tratta di una varietà difficile da interpretare, che grazie ad un impegno meticoloso in campo e a un’attenta vinificazione in cantina ci consente di proporre oggi un vino antico e moderno allo stesso tempo, sempre nel rispetto dei suoi caratteri originari».
In un’azienda famigliare che conta oltre 160 anni di attività, sono molti i dipendenti e i collaboratori che per capacità, abnegazione e fedeltà hanno lasciato un segno indelebile del loro passaggio.
«Primo fra tutti è Francesco Astolfi, per 72 anni al servizio della Chiarli: dal 1907 al 1979», ricorda Anselmo Chiarli. «Diventato in breve il braccio destro di mio nonno Anselmo e poi di mio padre Giorgio, ci ha lasciati mentre era ancora al lavoro all’età di 88 anni! Era così legato al suo posto da costruirsi la casa a 50 metri dagli uffici e, ciononostante, così risoluto da chiedere alla moglie di portargli in azienda ogni giorno, in una semplice gavetta, il pasto da consumare senza dovere interrompere il lavoro».
Foto di apertura: Nel 2001 con la creazione di Cleto Chiarli la famiglia dà vita a un progetto dedicato ai vini d’alta gamma
CLETO CHIARLI
via Belvedere 8
Castelvetro (Modena)
059.31.63.311
info@chiarli.it
www.chiarli.it
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Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2024. Acquista
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© Riproduzione riservata - 15/06/2024