50 anni di storia del vino: Cecchi, un inno alla diversità

50 anni di storia del vino: Cecchi, un inno alla diversità

L’expertise del bisnonno, profondo conoscitore di zone e vini toscani, e l’intuito commerciale del padre. L’acquisto di Villa Cerna e delle altre tenute. Oggi Andrea guida l’azienda all’insegna dell’identità territoriale.

Tutto cominciò sul finire del XIX secolo con una bottega di vino quando il bisnonno Luigi, noto “palatista” di Poggibonsi, iniziò a fare consulenze alle cantine della Val di Pesa, in Toscana. Palatisti? Chi erano costoro? Erano persone che avevano la dote di possedere un ottimo palato per degustare i vini, come lo sarà più tardi il noto enologo Giulio Gambelli, detto “bicchierino”, anche lui di Poggibonsi. Parte da qui la storia più che centenaria della famiglia Cecchi, impegnata ieri come oggi nella valorizzazione dei vini del Chianti Classico, prima come commercianti e poi come proprietari di importanti tenute in Toscana.
La prima cantina risale all’indomani della fine della Prima guerra mondiale, quando i quattro figli di Luigi tornarono a casa. Fu più tardi, con l’ingresso nell’attività del nipote Luigi, che aveva cominciato a viaggiare frequentando l’importante mercato di Milano e conoscendo personaggi già noti nel mondo del vino, che si manifestò la capacità commerciale del giovane Cecchi. E proprio a Milano, nei sotterranei della Stazione Centrale, Luigi Cecchi organizzò e gestì una cantina per lo smistamento dei vini che arrivavano da varie parti d’Italia. Anche nell’esportazione la famiglia Cecchi già nel periodo tra le due guerre si era mostrata attiva, specie nei rapporti con Svizzera e Inghilterra.

Le tenute nelle aree più vocate della Toscana

«Mio padre Luigi, la terza generazione della famiglia», ricorda Andrea Cecchi, che oggi guida l’azienda di Castellina in Chianti, «con il suo forte intuito commerciale, anche in tempi non sospetti, contribuì al rinascimento del vino toscano, che io riconduco alla seconda metà degli anni Ottanta. Ma ancora prima era riuscito a far crescere l’azienda con grande intraprendenza, grazie anche ad alcune scelte importanti, una delle quali fu la decisione di trasferirsi da Poggibonsi a Castellina in Chianti. Aveva infatti capito che con l’entrata in vigore delle Doc si sarebbero valorizzati alcuni territori rispetto ad altri. Da qui l’acquisto di Villa Cerna, una struttura dell’anno 1001, circondata dai suoi vigneti».
Nell’impianto di nuovi vigneti Luigi Cecchi operò importanti selezioni del materiale vivaistico utilizzando anche viti provenienti da altri territori vocati della Toscana, tra cui piante di Sangiovese coltivato a Montalcino dai Biondi Santi. «Il fatto che i clienti diventassero sempre più esigenti», dice Andrea Cecchi, «perché volevano sapere da dove veniva quel vino e come si produceva, convinse mio padre ad acquistare una proprietà in un’altra zona prestigiosa per i vini, in questo caso soprattutto bianchi, e la scelta cadde, nel 1980, su San Gimignano e la sua Vernaccia, un territorio a lui molto caro perché la famiglia era stata sfollata lì durante la guerra. Anche nell’acquisto della tenuta in Maremma c’erano stati motivi affettivi, poiché nel periodo tra il 1956 ed il 1959 mio padre aveva passato anni dedicati alla vinificazione di uve provenienti da quelle terre di grande fascino, bonificate di recente».

L’arrivo in Umbria e a Montalcino

Più tardi il portafoglio delle tenute Cecchi si sarebbe ulteriormente ampliato con l’unico acquisto fuori Toscana, e cioè a Montefalco, in Umbria, dove stava emergendo il Sagrantino, e con un ulteriore investimento in Chianti Classico, in concomitanza con la creazione della nuova tipologia “Gran Selezione”. Fu allora, infatti, che la famiglia Cecchi decise di acquistare Villa Rosa, per produrre vini di altissima qualità. «Era stato proprio Giulio Gambelli, grande amico del babbo, compagno di scuola e soprattutto di biliardo, a consigliargli di comprare Villa Rosa, cosa che avvenne nel 2015». Fino alla novità assoluta (2018) dell’entrata nel portafoglio Cecchi di una piccola realtà di Montalcino, zona Castelnuovo dell’Abate, circa 6 ettari per la produzione del Brunello, la cui presentazione arriverà però solo a fine 2024.
«Se il personaggio chiave della storia della nostra azienda», spiega Andrea, «è sicuramente mio padre Luigi, senza dimenticare il ruolo avuto da mio nonno e da mio bisnonno, fondatore nel 1893 della nostra avventura nel mondo del vino, non posso non citare mia madre Anita. La nostra era in effetti una famiglia matriarcale perché la mamma era una preziosa consigliera del babbo, donna intelligente e sensibile, con un ruolo particolare nell’ospitalità».

Le etichette di punta

Quanto alla filosofia produttiva, da 30 anni viene portata avanti la valorizzazione dei territori dove la famiglia Cecchi è presente, con profondo rispetto dei vitigni e delle annate. «Vediamo come il Sangiovese cambia nelle diverse zone delle nostre tenute. È un vitigno camaleontico. Ecco perché la nostra strada è quella di avere una gamma di vini interessanti mantenendo la tipicità, ma anzi enfatizzando la diversità produttiva che c’è tra il Chianti Classico e la Maremma, dove invece si può dar vita a vini molto versatili, dai bianchi ai rosati e naturalmente ai rossi».
Oggi la superficie vitata complessiva è di 330 ettari suddivisa nelle quattro tenute: Villa Cerna, Villa Rosa, Val delle Rose e Tenuta Alzatura. Le etichette simbolo sono: il Chianti Classico Docg Storia di Famiglia, che si produce dal 1987, e l’Igt Toscana Coevo, un mix di Sangiovese e Cabernet Sauvignon delle vigne di Castellina in Chianti e Petit Verdot e Merlot della tenuta maremmana.
L’export di Cecchi è del 50% in circa 65 Paesi, con un trend positivo. «Mio padre», dice Andrea, «ha sempre fatto un ottimo lavoro, muovendosi nella logica dei grandi importatori o agenti. Adesso però stiamo un po’ cambiando sistema, andando a cercare distributori specializzati in grado di vendere bottiglie più selezionate».

Foto di apertura: Villa Cerna, la prima tenuta acquistata da Luigi Cecchi nel 1962

CECCHI

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© Riproduzione riservata - 08/06/2024

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