50 anni di storia del vino: Cantine Settesoli, un racconto di valori, persone, etica e cultura

50 anni di storia del vino: Cantine Settesoli, un racconto di valori, persone, etica e cultura

L’idea di associarsi nasce nel 1958 tra i viticoltori della zona di Menfi. La presidenza di Diego Planeta e la creazione del brand. La via della ricerca e della sperimentazione. I successi di Mandrarossa e Inycon.

Comunità e punto di riferimento economico e sociale per la Sicilia del vino da oltre 60 anni, Cantine Settesoli è oggi una delle più importanti cooperative vinicole europee. Un colosso che esporta in oltre 40 Paesi nel mondo e che ha firmato una storia fatta di valori, persone, etica e cultura oltre che di vino.
Il racconto inizia in un’epoca dura per viticoltura dell’isola. Siamo alla fine degli anni Cinquanta e i coltivatori soffrono per il meccanismo tradizionale di scambio locale dell’uva che dà margini di guadagno troppo sottili. Finché qualcuno scardina il sistema con un’idea rivoluzionaria.
«Nel 1958 un ristretto gruppo di operatori agricoli della zona di Menfi, tra i quali anche mio nonno materno Giuseppe Maggio, decise di associarsi per avere più forza contrattuale nei confronti dei commercianti di Marsala, che all’epoca acquistavano le loro uve a prezzi autoimposti e poco negoziabili», racconta l’attuale presidente della cooperativa, Giuseppe Bursi. «La neonata cooperativa fu un’idea rivoluzionaria, un modo per proteggere il valore delle uve e per trasformarle in qualcosa di ancor più remunerativo come il vino». Dopo soli sette anni, la cooperativa conta già oltre 300 soci, nasce il primo sito produttivo con una tecnologia all’avanguardia per il conferimento e la vinificazione: il 1965 è l’anno della prima vendemmia.

Il ruolo di Diego Planeta

Il sentiero rivoluzionario prosegue nel 1974: sotto la guida di Diego Planeta, divenuto presidente nel 1972 e rimasto in carica per oltre 40 anni, Cantine Settesoli diventa la prima cooperativa siciliana a scegliere di confezionare e commercializzare parte della produzione, inizialmente incentrata sul vino sfuso. La scelta di imbottigliare significa dare maggior pregio al prodotto, garantisce comodità di stoccaggio e facilità di trasporto a più lunghe distanze, aprendo nuovi mercati.
«Diego Planeta possedeva una visione molto più moderna rispetto ai suoi predecessori. Comprese le potenzialità commerciali del vino confezionato, permettendo alla cooperativa di distinguersi sul panorama regionale e creando di fatto un brand. Aprì il canale della grande distribuzione e gettò le basi per portare i vini all’estero con la costituzione negli anni di una rete di importatori».
Visionario, coraggioso, colto, un siciliano dall’animo internazionale, ma fortemente legato alla sua terra «Planeta è stato soprattutto un agricoltore illuminato e lungimirante. Era testardo, diretto, dalla forte personalità, ma è riuscito a superare la visione legata alla politica portando un approccio diverso nella gestione. Ha contribuito in modo determinante a cambiare le sorti del vino in Sicilia indicando una nuova strada, innescando un rinnovamento in un’epoca in cui le cooperative erano ancorate ai vecchi miraggi dei contributi alla distillazione e alle grandi quantità».

La collaborazione con Giacomo Tachis e Attilio Scienza

Grazie all’impulso di Planeta, la propensione per la ricerca entra a far parte del Dna di Cantine Settesoli.
I progetti e i programmi di sperimentazione sulle uve e sui vini, e in particolare sul Nero d’Avola, guidati da Giacomo Tachis e la collaborazione con Attilio Scienza gettano le basi per il successo enologico siciliano. Cantine Settesoli è anche tra le prime a piantare Chardonnay, Cabernet, Merlot sull’isola e a sperimentare altre varietà internazionali.
L’obiettivo è cambiare la percezione nazionale e internazionale sulla qualità dei vini siciliani.
«Diversi studiosi erano scettici allora sul fatto che si potessero fare grandi vini qui, per via delle elevate temperature e per i fenomeni di ossidazione, specialmente sui bianchi. Anche per questo Planeta scelse Carlo Corino, piemontese con lunga esperienza in Australia e nei climi caldi, come enologo della cooperativa e della sua Cantina Planeta. Con lui si introducono tecniche e accorgimenti che, per quell’epoca, erano di assoluta innovazione in su questo territorio».
Nel 1999, dopo oltre 20 anni di studi e attività di selezione clonale e zonazione, nei quali vengono coinvolte le Università di Palermo e Milano, nascono due nuovi brand: Mandrarossa, una linea pensata per il canale Horeca, e Inycon (che riprende un nome storico di Menfi), premium range per l’off trade dedicata ai mercati esteri. Il risultato sono etichette che diventano icone di Cantine Settesoli, come il Nero d’Avola Cartagho, il Bonera, blend di Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon dal nome di una contrada della Doc Menfi, e Santannella, Fiano con saldo di Chenin blanc, che miete premi internazionali dai primi anni Duemila.

Attenzione puntata sul Menfishire

Quando Diego Planeta, nel 2011, decide di fare “un passo di lato”, il testimone viene raccolto da Vito Varvaro prima e poi da Giuseppe Bursi, primo menfitano alla guida della cooperativa che proprio dalla valorizzazione della Doc Menfi ha deciso di ripartire.
«L’obiettivo futuro è accendere sempre di più i fari su quello che definiamo il Menfishire, far capire che questa è una zona di elezione per la viticoltura», aggiunge Bursi. «Cantine Settesoli ha rappresentato la punta di diamante nel mondo delle cooperative siciliane. I nostri padri hanno avviato il percorso, ma oggi siamo a metà strada e il lavoro da fare è molto. Dobbiamo continuare sulla strada della qualità e della valorizzazione dei caratteri del territorio, sia nelle sue espressioni autoctone, con vini come Terre del Sommacco e Bertolino Soprano (rispettivamente Nero d’Avola e Grillo in purezza), sia in quelle internazionali, senza disperdere il patrimonio di conoscenze accumulato nei decenni.
L’obiettivo è smentire quelli che pensano che una cooperativa del Sud non sia in grado di confrontarsi col livello dei migliori brand nazionali».

Foto di apertura: la cooperativa siciliana lavora per far affermare l’areale di Menfi come zona d’elezione per la viticoltura

CANTINE SETTESOLI

Ss 115 Menfi (Agrigento)
0925.77.111
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www.cantinesettesoli.it
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Realizzato in collaborazione con Cantine Settesoli

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© Riproduzione riservata - 26/10/2024

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