Vendemmia tardiva
È la menzione ufficiale del vino ricavato da grappoli lasciati sulla vite dopo la maturazione fisiologica per farli appassire sulla pianta, affinché il contenuto zuccherino dei loro acini si concentri. Si ottengono così vini più dolci, meno acidi e di sapore più intenso. Ma in situazioni climatiche adatte, le uve vengono attaccate dalla Botrytis cinerea, e il vino acquista caratteristiche qualitative ancora più pregiate: è per questo motivo che Vendange tardive è la denominazione di maggior prestigio riconosciuta in Alsazia. La vendemmia tardiva non fa parte della tradizione enologica italiana, che ha sempre privilegiato l’appassimento dei grappoli recisi: è una soluzione adottata in anni recenti perché consente di ottenere vini di maggior freschezza, che meglio rispondono al gusto odierno, che non apprezza più come un tempo i passiti tradizionali. Nessun vino italiano di questo tipo, tuttavia, è riuscito finora a crearsi un’immagine di alto profilo: la scoperta della vendemmia tardiva è avvenuta troppo tardivamente, e chi tardi arriva, male alloggia.
© Riproduzione riservata - 05/03/2012