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“Meteo-enologia” (IV): per Scienza le varietà precoci subiscono i danni maggiori

“Meteo-enologia” (IV): per Scienza le varietà precoci subiscono i danni maggiori

Quarto appuntamento con il focus Cambia il clima e la vigna si adegua. Dopo l’intervista all’agrometeorologo Luigi Mariani (vedi i post La CO2 non va demonizzata e Servono previsioni a medio termine), la parola passa ora all’agronomo Attilio Scienza, presidente del corso di laurea in Viticoltura ed enologia all’Università degli Studi di Milano.

– Professor Scienza, come sta reagendo la viticoltura attuale ai cambiamenti climatici?
«Occorre premettere che dopo la metà degli anni Ottanta non tutte le annate sono state uguali; alcune sono state eccezionalmente calde e siccitose altre piuttosto fresche e piovose. Si è verificata una grande variabilità tra il nord e il sud del nostro Paese, con annate tendenzialmente regolari nel meridione, coerenti con il luogo anche se caratterizzate spesso da una maggior piovosità rispetto al passato, decisamente più irregolari al Centro-Nord, con precipitazioni eccessive oppure carenti e un aumento delle temperature medie stagionali. Quindi l’area dove i cambiamenti climatici sono stati più evidenti è stata quella Centro-Settentrionale. Queste mutate condizioni ambientali hanno creato nella vite un anticipo generalizzato delle sue fasi fenologiche, a partire dal germogliamento per giungere alla vendemmia».

«Se per le varietà tardive questo non è affatto un problema, lo diventa invece per quelle precoci tipo il Merlot e lo Chardonnay, perché la loro maturazione arriva in un periodo troppo caldo che porta a degli squilibri che si traducono in un abbassamento dell’acidità e del ph, in un eccessivo innalzamento degli zuccheri, nella presenza di tannini non ben polimerizzati e in una incompleta maturazione aromatica. Tutti questi fattori portano a una perdita di finezza nel vino, con una propensione minore all’invecchiamento e maggiore all’ossidazione. Ma ci sono anche dei vantaggi sul piano della sanità delle uve, che generalmente hanno bucce più spesse e hanno bisogno di minori trattamenti antiparassitari in generale e antimuffa in particolare».

Nell’articolo di domani il professor Scienza spiegherà quali interventi sarebbe utile attuare per limitare le varie problematiche evidenziate.

 

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© Riproduzione riservata - 18/10/2012

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